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- Hic claudor Dantes patriis extorris ab oris
- Quem genuit parvi Florentia mater amoris.
Nelli quali versi si manifestano l’opere le quali fece, e la condizione della sua fortuna. E niuna volta fu laureato, perchè aspettava d’avere la laurea della poesi1 nella città propia, come esso testifica nel xxv canto della terza cantica; ma prevenuto della morte, fu ingannato dal suo desiderio. Fu di gravi e pesati costumi nella sua vita sì, che guardando le predette cose, parrà a ciascuno degna di fede la sua autorità. Ora resta del suo nome sire alcuna cosa; cioè ch’elli fu nominato Dante; cioè donatore, lo quale nome degnamente li si conviene: imperò che graziosamente fece dono ad altrui di quello che Idio li avea prestato2, messo inanzi a tutti questo suo tesoro, nel quale si truova onesto diletto e salutevole utilità da chi lo vuole cercare con caritevole ingegno. E per questo nome in questa sua opera si fa nominare a due persone eccellentissime; cioè Beatrice, la quale, apparendoli in sul triunfale carro del celestiale esercito in sulla suprema altezza del monte di Purgatorio, intende essere la santa teologia, dalla quale si dee credere ogni divino ministerio3 essere inteso; e questo insieme con li altri; cioè che l’autor nostro per divina disposizione fosse chiamato Dante; e però da lei si fa chiamare così nel xxx canto della seconda cantica ove dice: Dante, perchè Virgilio se ne vada ec. Et appresso si fa nominare ad Adam primo nostro padre, lo quale fu nominatore di tutte le cose secondo la loro proprietade, datali da Dio la sapienzia di ciò, e questo appare nel xxvi canto della terza cantica ove dice: Dante, la voglia tua discerno meglio ec. E per questo appare che Dante è nome che si conviene al nostro autore per le sue opere, che à graziosamente donate a ciascuno, significandosi et appropiandosi questo medesimo per quello