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[v. 1-9] | c o m m e n t o | 495 |
conviene che ricopra me e lui; e sarà uno nuovo Giason del quale si legge nella Bibbia, nel libro de’ Maccabei; e come a quel, cioè a Giason, fu molle lo suo re Antioco, così sarà a colui, che verrà dopo Bonifazio, colui che regge Francia; cioè lo re di Francia. E qui finisce la sentenzia litterale: ora è da vedere il testo con le moralitadi, o vero allegorie.
C. XIX — v. 1-9. In questi tre ternari l’autor nostro incomincia lo suo canto da una esclamazione, e manifesta il luogo dov’erono 1 venuti, dicendo: O Simon mago; cioè incantatore di demoni. Questo Simone come detto è, o vero scritto, nelli atti degli Apostoli, fu uno incantatore di dimoni e fu detto mago da magia, ch’è l’arte delle incantazioni, e vedendo che s. Piero e li altri Apostoli andavano predicando l’Evangelio di Cristo, poi ch’ebbono ricevuta la grazia dello Spirito Santo, sanando l’infermi e facendo molti altri miracoli, dando la grazia dello Spirito Santo a coloro che degnamente la volevano ritenere, volle comperare da san Piero la grazia dello Spirito Santo, con la quale e per la quale san Piero confessava e predicava ch’elli facea quelli miracoli, proferendoli molto oro segretamente, imaginando d’ingannare san Piero e li altri per avarizia; et aspettando di guadagnarne assai elli, al quale san Piero rispose che la pecunia sua fosse con lui in perdizione. E finalmente 2 come si contiene nelle leggende de’ santi, venendo a contenzione con san Piero, a mostrare chi era megliore, in fra l’altre esperienzie questo Simone si fece portare in aere alli demoni, dicendo che se n’andava in Cielo come Cristo. E san Piero gittandosi in ginocchione fece orazione a Dio che mostrasse la sua verità: allora come piacque a Dio, li demoni lasciarono Simone in aere, onde cadde e morì, e li demoni ne portarono la sua misera anima all’inferno. E perchè costui fu lo primo che volle comperare la grazia dello Spirito Santo per oro e per ariento, con intenzione di venderla, però da lui è detto tal peccato simonia; et è simonia vendimento o comperamento delle cose sacre e spirituali con danari o con cose equivalenti a danari; e chiunque tali cose, come sono le cose sacre; cioè li sacramenti della chiesa, l’autorità d’essere prete, e simili cose, o benefici, e chiese comperasse o vendesse con oro, o con danari o con cosa equivalente a danari, è detto simoniaco: però che queste cose si comperano solamente con le virtù e religione, le quali sono pregio ordinato alle cose sacre; e contiensi questo peccato sotto la fraude: imperò che colui che compera, inganna colui che vende con danari; e similmente colui che vende, inganna colui che compera, facendoli a cre-