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476 | i n f e r n o xviii. | [v. 19-39] |
C. XVIII — v. 19-39. In questi sette ternari l’autor nostro finge come Gerion li posò a piè della ripa del vii cerchio, e come Virgilio seguitò suo cammino lungo la prima bolgia a man sinistra, e dimostra che pene sosteneano in quella bolgia i peccatori, dicendo: In questo luogo; descritto di sopra e nominato Malebolge, della schiena scossi Di Gerion, trovamoci; cioè Virgilio et io Dante, e il Poeta; cioè Virgilio, Tenne a sinistra; sì come tuttavia sono iti per cagione assegnata di sopra, et io; cioè Dante, retro mi mossi; a Virgilio. Alla man destra; così li venia la prima bolgia, perch’elli finge che fosse ancor di qua della bolgia prima, vidi; io Dante, nuova pietà; cioè nuova miseria; et è qui color retorico che si chiama denominazione quando lo sequente si piglia per lo precedente: dalla miseria seguita la pietà, e però si pone qui la pietà per la miseria, che in sua significazione non si può intendere: imperocchè in altra parte cap. xx di questa prima cantica dice l’autore: Qui vive la pietà, quando è ben morta ec.— , Nuovi tormenti; cioè vidi, perchè tali tormenti non sono ancor detti di sopra, e nuovi frustatori; de’ quali dirà di sotto, Di che; cioè di nuovi tormenti e 1 di frustatori, la prima bolgia; cioè fossa, o vuogli ripostiglio 2, era repleta; cioè piena. Nel fondo; della detta bolgia, erano nudi i peccatori; che v’erano puniti, Dal mezzo in qua; cioè della fossa, ci venian verso il volto; quelli peccatori, e così era partita quella fossa, di là; cioè dall’altra metà della fossa, con noi; cioè veniano verso mano sinistra; ma con passi maggiori; che non andavano Virgilio et io Dante: e l’andar con maggior passi s’intende dall’una brigata e dall’altra; cioè di quelli ch’andavano in su e di quelli che venivano in giù; et aggiugne una similitudine, dicendo: Come i Roman, per l’esercito molto; cioè per la gran moltitudine, L’anno del Giubileo; questo anno è ogni cinquanta anni, quando si rimette colpa e pena per lo papa a chi va a Roma, su per lo ponte; che è in sul Tevere, Ànno a passar la gente modo colto; che l’una brigata non dia noia all’altra; cioè quella che va a quella che torna, e quella che torna a quella che va, Che dell’un lato; del ponte, tutti ànno la fronte Verso il castello; quelli che vanno a Santo Pietro, e però aggiugne dicendo: e vanno a Santo Pietro, Dall’altra sponda; del ponte, vanno verso il monte; col volto sì, che l’una brigata va contraria all’altra. Di là, di qua; della prima bolgia, su per lo sasso tetro; cioè su per li argini che sono di sasso nero, come fu detto di sopra, Vidi; io Dante, demon cornuti con gran ferze, Che li battean crudelmente di retro; cioè li peccatori nudi ch’andavano di qua e di là. Ahi come facean lor levar le berze; cioè le gambe a correre a quelli peccatori con le