cinghio, che rimane tondo tra il pozzo e il piè dell’alta ripa, è l’ottavo cerchio et è distinto in x parti, et è tutto fatto a valloni l’uno dopo l’altro tondi, e così sono x a quella imagine che sono li fossi, l’uno dopo l’altro alle castella girati tondi intorno intorno per guardia delle mura. E come alle fortezze così fatte sono ponticelli che vanno dal soglio della fortezza alla ripa del fosso di fuori, così dalla parte di sotto della ripa del cerchio ottavo 1 si muovono scogli, li quali ricidono li argini e li fossi e terminano al pozzo, e quivi ove sono 2 li fossi sopr’essi, passano questi scogli, come ponticelli voti di sotto. Et aggiugne che in così fatto luogo; cioè giù basso appiè della ripa del vii cerchio, si trovarono smontati della schiena di Gerione; onde Virgilio procedendo nel cammino tenne verso mano sinistra, et elli li andò dietro: et andando verso mano ritta; cioè di verso lo pozzo, videno nuova miseria e nuovo tormento e nuovi frustatori, de’ quali era piena la prima bolgia. E nel fondo di questa bolgia erano i peccatori ignudi, partiti in due schiere, e l’una schiera ch’era infino al mezzo della bolgia da lato onde era Dante; cioè di qua, venivano inverso lui; e l’altra schiera che tenea l’altro mezzo andavano verso mano sinistra, come Dante; ma tutti andavano velocemente. E fa una comparazione, che così andavano costoro contrari l’uno a l’altro, come fanno andare li Romani li pellegrini nel tempo del Giubileo su per lo ponte, che dall’un lato vanno tutti verso lo castello, e dall’ altro vanno verso il monte, perchè possa andare chi va, e tornar chi torna. E dice che in su li argini di questo primo vallone dall’un lato e dall’altro vide demoni cornuti con grandi scuriate, e batteano questi nudi di retro crudelmente: et aggiugne che faceano bene loro levare le gambe a correre per li gran colpi, e dopo la prima percossa non aspettavano la seconda percossa, nè la terza. E dice Dante che mentre ch’elli andava, li occhi suoi si scontravano in uno il quale disse ch’avea già veduto, e però si fermò per affigurarlo; e Virgilio si fermò e consentì che Dante tornasse un poco indietro con lui. E questo frustato, dice Dante, che abbassò il viso credendosi celare; ma poco li valse: chè Dante li disse allora: Tu, che gitti li occhi a terra, se le fattezze che porti non sono false, tu se’ Venedigo de’ Caccianimici, che è uno casato di Bologna; ma che ti mena a sì pungenti salse? Et elli allora rispose: Mal volentieri tel dico; ma sforzami la tua chiara favella, che mi fa sovvenir del mondo antico. Io fui colui che condussi la Ghisola bella a far la voglia del Marchese, come 3 si dica la sconcia novella; e non pur io Bolognese piango qui: chè ce n’à assai più, che non sono ora vivi in Bologna.
- ↑ C. M. ottavo petrina si muoveno
- ↑ C. M. sono fossi son rosi, passano
- ↑ C. M. comunca si dica