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466 i n f e r n o   xvii. [v. 127-136]

cioè dal falconieri, disdegnoso e fello; cioè crucciato e disposto a mal fare; Così ne pose al fondo; dell’ottavo cerchio noi; cioè Virgilio e me Dante, Gerione; cioè quel demonio che significa l’astuzia, A piè a piè della scagliata rocca; e questo finge l’autore, per mostrare 1 che avea preso dispetto; cioè Gerione, perchè non avea potuto guadagnare nulla da Dante, perchè s’era mantenuto innocente in quel pensieri. E discarcate le nostre persone; cioè di Virgilio e di me Dante, Si dileguò; cioè Gerione da noi; cioè poichè noi fummo usciti; cioè la ragione superiore e pratica, di quella considerazione, si fuggìe l’astuzia da noi, come da corda; d’arco o di balestro, cocca; di strale o di saetta, o di bolcione, che subitamente si parte; e così si partè 2 Gerione da noi; cioè da Virgilio e da me Dante. E qui finisce lo canto xvii.

  1. C. M. ch’era disperato, perchè non avea
  2. C. M. si partì

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