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i n f e r n o xvii. |
[v. 94-114] |
Gerione dalla proda del settimo cerchio ov’avea 1 posto lo capo e il
petto, come detto fu di sopra e sposto allegoricamente; E poi che al tutto si sentì a gioco; quella fiera; cioè del descendere che al
tutto s’era partita dalla sponda, sì che tutta con la soma di Virgilio
e di Dante era in aere, Là ove era il petto, la coda rivolse; cioè in
verso la proda del vii cerchio 2 ove prima avea tenuto lo capo; e
questo finse l’autore per fare verisimile la sua fizione, E quella;
cioè coda, tosto; cioè tostamente, come anguilla mosse; per l’aere,
come anguilla per l’acqua, E con le branche l’aere a sè raccolse;
come fa il granchio o altro animale acquatico 3 ch’abbia branche,
quando ruota per acqua. Maggior paura non credo che fosse; quella
di Fetonte, Quando Fetonte abbandonò li freni; de’ cavalli che tirano
lo carro del Sole, Per che il Ciel, come pare ancor, si cosse; cioè arse
et incossesi per lo caldo del sole, sicchè ora non si può abitare sotto
la torrida zona, e li Etiopi ch’erano bianchi diventarono neri per
lo caldo del sole. E però qui è da notare la fizione che pone Ovidio,
Metamorfoses, nel secondo libro, ove dice che essendo Fetonte figliuolo del Sole e di Clemene 4, garzone e contendendo con Epafo figliuolo di Giove e di Io, Epafo li disse: Tu se’ molto superbo, e non si
sa di cui tu sia figliuolo; tu credi essere figliuolo del Sole e credi a
tua madre 5: e domanda chi era suo padre. La madre li afferma con
giuramento ch’era il Sole et alla fine li disse; Va nell’oriente a lui
e sapra’lo. Allora Fetonte per certificarsi del padre e per vedere
delle novità, se n’andò alla casa del Sole, et entrato dentro maravigliatosi della bellezza di quella ch’era bellissima, come la descrive
Ovidio nella sopra detta opera nel libro secondo, vide il padre sedere in su una sedia d’oro con una corona di dodici raggi in testa,
et era di tanta chiarezza, ch’elli non potea guardare il padre in
faccia. Allora lo Sole si rimosse quella corona di testa, e chiamò lo
figliuolo a sè e domandollo per che cagione v’era ito. Allora rispose
che v’era ito per sapere s’elli era suo figliuolo, et elli lo certificò che
sì; et in segno di ciò disse che domandasse da lui ogni dono che
volesse, e con giuramento li affermò che gliel darebbe. Et elli allora
li domandò di reggere un di’ lo carro suo: pentessi allora il Sole
d’avere promesso e giurato, e sconfortò lo figliuolo che non domandasse quello, e che v’erano tante dell’altre cose di piacere 6, che potea domandar sanza pericolo; che non domandasse quello ch’era con
pericolo; ma niente di meno lo garzone stette pur nel suo proposito.
Allora il Sole fece apparecchiare lo suo carro et, aggiunti al giogo li
- ↑ C. M. Altrim - ov’era posto
- ↑ C. M. cerchio come prima
- ↑ C. M. acquatile
- ↑ C. M. Cilmene,
- ↑ C. M. a tua madre: stolto che se’, ella t’inganna. Allora Fetonte sdegnato torna a la madre, e dimanda
- ↑ C. M. cose piacenti, che