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c o m m e n t o |
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in cinque parti: imperò prima dimostra come Virgilio, montato in su la fiera, conforta Dante; nella seconda, com’ebbe paura, quivi: Quale è colui, ec.; nella terza, come Virgilio lo conforta e come prendono cammino, quivi: Ma esso, ch’altra volta ec.; nella quarta dimostra come descendendo, sentirono nuovo accidente, quivi: Ella sen va ec.; nella quinta manifesta lo loro descendimento della fiera, e come si trovarono nell’viii cerchio, quivi: Come il falcon ec. Divisa adunque la lezione, ora si è da vedere la sentenzia litterale, e dice così:
Poi ch’io Dante ebbi veduti li caorsini et udito lo parlare del Padovano, temendo che Virgilio si crucciasse 1 per lo troppo stare, che del poco m’avea ammonito, tornai in dietro da quelle anime appenate e trovai lo Duca mio, ch’era salito in sulla groppa del fiero animale e disse a me: Or sia 2 forte et ardito, oggimai si scende per sì fatte scale, monta dinanzi ch’io voglio stare in mezzo tra te e la coda, sì che non ti faccia male: et aggiugne come vi montò, poi ch’ebbe udito lo favellare di Virgilio, diventato fatto come colui che s’appressa alli riprezzi 3 della febre quartana ch’à già l’unghia sì morte, e trema tutto pur guardando il rezzo. Ma le minaccie di Virgilio lo feciono vergognare di mostrare d’avere paura, le quali fanno il servo forte innanzi al buon signore; e però s’acconciò in su quelle spallaccie di quella fiera, e volle dire a Virgilio: Sì fa che tu m’abbracci; ma la voce li venne meno per la paura. Ma Virgilio che altra volta lo sovenne, l’abbracciò così tosto come fu montato, e disse alla fiera: Gerion, muoviti oggimai 4, piglia le rote large e scendi poco: imagina la nuova soma che tu ài. E fa una similitudine; che come la navicella esce del luogo ov’ella è stata apportata, si tira indietro tanto, ch’ella si volga, così fece Gerione; e quando si sentì tutto nell’aere, girò il capo ove avea prima la coda e mosse la testa come l’anguilla e con le branche raccolse a sè l’aere. E fa l’autore due similitudini; ch’elli ebbe gran paura sì, che non crede che fosse maggior quella di Fetonte, quando abbandonò li freni de’ cavalli del sole, per la qual cosa si cosse il cielo, come 5 ancor appare; nè quando Icaro misero si sentì spennare le reni per la scaldata cera, gridando il padre a lui: Mala via tieni, che fu la sua quando si vide nel aere, ov’era spenta ogni veduta fuor che della fiera. Ma quella se n’andava notando per l’aere lenta lenta, e facea le rote e descendea; ma non se n’avvedea, se non che si sentia venteggiar di sotto. Et aggiu-
- ↑ C. M. si corrucciasse per
- ↑ C. M. sii forte
- ↑ C. M. a li schiarizi della febra quartana che à già l’unghie smorte,
- ↑ C. M. ingiummai, e pillia
- ↑ come a cota appare - così il nostro Codice, che abbiamo corretto col Magliabechiano. E.