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130Discende lasso, onde si muove snello
Per cento rote, e da lungi si pone
Dal suo maestro, disdegnoso e fello;1
133Così ne pose al fondo Gerione
A piè a piè della scagliata rocca:
E discarcate le nostre persone,
136Si dileguò, come da corda cocca.
- ↑ v. 132. Fello è nel significato di corrucciato e tristo. E.
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C O M M E N T O
Ecco la fiera ec. In questo xvii canto l’autor nostro intende di
spaziarsi 1 del terzo girone et ultimo del settimo cerchio; e però fa
due cose principalmente: imperò che prima pone la descrizione
della fiera, fatta la demostrazione da Virgilio e come nell’ultimo del
terzo girone trovò li caorsini e li usurieri; nella seconda pone lo
descenso suo nell’ottavo cerchio, e cominciasi quivi: Et io temendo ec. La prima lezione si divide in sei parti, perchè prima pone la
descrizione della fiera; nella seconda pone una similitudine, quivi:
Come tal volta ec.; nella terza, come seguitarono la via verso la fiera, quivi: Lo Duca disse ec.; nella quarta, com’elli va mandato da
Virgilio, e quel che truova, quivi: Così ancor ec.; nella quinta finge
che quelli che truova, riconosce 2 per li segni e per l’arme, quivi:
Poi che nel viso ec.; nella sesta, come uno di quelli caorsini li parla,
quivi: Et un che d’una scrofa ec. Divisa adunque la lezione, ora è
da vedere la sentenzia litterale.
Dice adunque che, poi che la fiera cominciò a venir suso, Virgilio
parlando in verso Dante, disse: Ecco la fiera con la coda aguzza, che
passa i monti e rumpe i muri e l’armi: questa è colei che appuzza
tutto il mondo; et accennolla che venisse a proda del settimo cerchio, la quale era prossima al fine de’ passeggiati marmi; cioè all’argine il quale aveano passeggiato. E quella sozza imagine, la quale
era la fraude, se ne venne e pose la testa e lo busto in su la ripa;
ma non vi tirò la coda: et aggiugne Dante descrivendola, ch’ella