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446 i n f e r n o

130Discende lasso, onde si muove snello
      Per cento rote, e da lungi si pone
      Dal suo maestro, disdegnoso e fello;1
133Così ne pose al fondo Gerione
      A piè a piè della scagliata rocca:
      E discarcate le nostre persone,
136Si dileguò, come da corda cocca.


  1. v. 132. Fello è nel significato di corrucciato e tristo. E.

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C O M M E N T O


Ecco la fiera ec. In questo xvii canto l’autor nostro intende di spaziarsi 1 del terzo girone et ultimo del settimo cerchio; e però fa due cose principalmente: imperò che prima pone la descrizione della fiera, fatta la demostrazione da Virgilio e come nell’ultimo del terzo girone trovò li caorsini e li usurieri; nella seconda pone lo descenso suo nell’ottavo cerchio, e cominciasi quivi: Et io temendo ec. La prima lezione si divide in sei parti, perchè prima pone la descrizione della fiera; nella seconda pone una similitudine, quivi: Come tal volta ec.; nella terza, come seguitarono la via verso la fiera, quivi: Lo Duca disse ec.; nella quarta, com’elli va mandato da Virgilio, e quel che truova, quivi: Così ancor ec.; nella quinta finge che quelli che truova, riconosce 2 per li segni e per l’arme, quivi: Poi che nel viso ec.; nella sesta, come uno di quelli caorsini li parla, quivi: Et un che d’una scrofa ec. Divisa adunque la lezione, ora è da vedere la sentenzia litterale.
     Dice adunque che, poi che la fiera cominciò a venir suso, Virgilio parlando in verso Dante, disse: Ecco la fiera con la coda aguzza, che passa i monti e rumpe i muri e l’armi: questa è colei che appuzza tutto il mondo; et accennolla che venisse a proda del settimo cerchio, la quale era prossima al fine de’ passeggiati marmi; cioè all’argine il quale aveano passeggiato. E quella sozza imagine, la quale era la fraude, se ne venne e pose la testa e lo busto in su la ripa; ma non vi tirò la coda: et aggiugne Dante descrivendola, ch’ella

  1. C. M. spacciarsi
  2. C. M. che trova ricognoscesse