103Là ove era il petto, la coda rivolse, 104 E quella tosto, come anguilla, mosse,1 105 E con le branche l’aere a sè raccolse. 106Maggior paura non credo che fosse, 107 Quando Fetonte abbandonò li freni, 108 Per che il Ciel, come pare ancor, si cosse; 109Nè quando Icaro misero le reni 110 Sentì spennar per la scaldata cera, 111 Gridando il padre a lui: Mala via tieni; 112Che fu la mia, quando vidi ch’io era 113 Nell’aere d’ogni parte, e vidi spenta 114 Ogni veduta, fuor che della fiera. 115Ella sen va rotando lenta lenta: 116 Rota, e discende; ma non me n’accorgo,2 117 Se non che al viso e di sotto mi venta. 118Io sentia già della man destra il gorgo 119 Far sotto noi un orribile scroscio; 120 Per che con li occhi in giù la testa sporgo. 121Allor fu’ io più timido allo scoscio: 122 Però ch’io vidi fuochi e senti’ pianti; 123 Per ch’io tremando tutto mi raccoscio.34 124 E vidi poi, che nol vedea davanti 125 Lo scendere e il girar, per li gran mali,5 126 Che s’appressavan da diversi canti. 127Come il falcon, che stato assai su l’ali, 128 Che sanza veder logoro o l’uccello 129 Fa dire al falconieri: O me tu cali;