49Non altrimenti fan di state i cani,1
50 Or col ceffo or col piè, quando son morsi2
51 O da pulci o da mosche o da tafani.3
52Poi che nel viso a certi li occhi porsi,
53 Nel quale il doloroso fuoco casca,
54 Non ne conobbi alcun; ma io m’accorsi,
55Che dal collo a ciascun pendea una tasca,
56Ch’avea certo colore e certo segno,
57 E quindi par che il loro occhio si pasca.
58E com’io riguardando tra lor vegno,
59 In una borsa gialla vidi azzurro,
60 Che di un leone avea faccia e contegno.
61Poi procedendo di mio sguardo il curro,
62 Vidine un’altra, come sangue, rossa
63 Mostrando un’oca bianca più che il burro.4
64Et un, che d’una scrofa azzurra e grossa5
65 Segnato avea lo suo sacchetto bianco,
66 Mi disse: Che fai tu in questa fossa?
67Or te ne va; e perchè se’ vivo anco,
68 Sappi che il mio vicino Vitaliano
69 Sederà qui dal mio sinistro fianco.
70Con questi Fiorentin son Padovano:
71 Spesse fiate m’intronan li orecchi,6
72 Gridando: Vegna il cavalier sovrano,
73Che recherà la tasca con tre becchi.
74 Qui distorse la bocca, e di fuor trasse7
75 La lingua, come il bue che naso lecchi.
- ↑ v. 49. C. M. Non altramente
- ↑ v. 50. C. M. Or col zaffo (o ciaffo)
- ↑ v. 51. C. M. Da pulci o da mosconi o da tafani.
- ↑ v. 63. Mostrare un’oca
- ↑ v. 64. C. M. azzurra e rossa
- ↑ v. 71. C. M. E spesse fiate
- ↑ v. 74. C. M. Qui discorse