Pagina:Commedia - Inferno (Buti).djvu/482

438 i n f e r n o   xvi. [v. 106-123]


C. XVI — v. 106-123. In questi sei ternari l’autor nostro 1 pone una notabile e bella fizione, dicendo così: Io; cioè Dante, avea una corda intorno cinta; questa corda ch’elli avea cinta significa ch’elli fu frate minore; ma non vi fece professione nel tempo della sua fanciullezza, E con essa; cioè con quella corda, pensai, io Dante, alcuna volta; cioè quando mi feci frate, Prender la lonza alla pelle dipinta2; come si dice: Io ò uno mantello a fregi d’oro; cioè che à li fregi dell’oro. Questa lonza, come fu posto nel primo canto, significa la lussuria, la quale l’autore si pensò di legare col voto della religione di san Francesco; e però dice che con la corda pensò di pigliar la lonza, e legarla, s’intende: però che chi piglia l’animale con la corda, lo lega. Poscia che l’ebbi dà me; Dante, tutta sciolta; questa corda, Sì come il Duca; cioè Virgilio che significa la ragione, m’avea comandato; questo si dee intendere quand’elli fu in questa considerazione de’ vizi, ove la ragione li fece vedere che quello pigliamento di religione era stato spezie di fraude; cioè atto d’ipocresia, poi che non v’era perseverato; e però li comandò che si sciogliesse la corda; cioè quello atto e segno d’ipocresia, Porsila a lui; cioè a Virgilio; cioè alla ragione che 3 non facesse quel che volesse; cioè sottomettesse la volontà alla ragione, aggroppata et avvolta; cioè raccolta, come si raccoglie la fune prima, et avvolta; perchè poi s’avvolge; Ond’ei, cioè Virgilio, si volse in ver lo destro lato; per questo significa che il giudicio della ragione sempre si piega 4 in verso la parte diritta, Et alquanto di lungi da la sponda; cioè del settimo cerchio; e di lungi dalla sponda dice, perchè la gittò tanto in là, ch’ella andò al fondo del nono cerchio, La gittò giuso; quella corda così raccolta et avvolta, in quell’alto burrato; cioè concavo et oscuro dell’ottavo cerchio e nono. El pur convien che novità risponda; a questo atto, ch’à fatto Virgilio, di gittar così quella corda, Dicea; io Dante, fra me medesmo; cioè dentro da me, al nuovo cenno; ch’à fatto Virgilio, Che; cioè lo qual cenno, il Maestro; cioè Virgilio, con l’occhio sì seconda; cioè sì seguita, avvisando giuso. Ora aggiugne uno notabile 5 dicendo: Ahi; questo è vocabolo che significa ammirazione, quanto cauti li uomini esser denno Presso a color, che non veggion pur l’opra; cioè che non veggion pur con l’occhio corporale; Ma per entro i pensier miran col senno; cioè che i savi uomini veggono con lor senno i pensieri altrui, considerando li atti di fuori! E però cau-

  1. C. M. lo autore nostro finge e pone nobile e bella
  2. C. M. dipinta; cioè che à la pelle dipinta, come si dice: Io abbo uno
  3. C. M. che ne facesse quel che ne volesse; cioè sottomisse
  4. C. M. sempre significa in verso
  5. Pongasi mente con quanta grazia il nostro Commentatore usi di questo nome verbale notabile, a significare detto da essere notato. E.