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grandissima e validissima lettura delli altri valentissimi ingegni, che piglieranno a leggere incitati per esemplo di me. E questa fu la seconda cagione finale che m’à mossi a leggere, vedendomi di questo alcuna cosa d’onore forsi acquistare, sì come dice Valerio nel nono capitolo del libro sesto, ove tratta della mutazione de’ costumi e della ventura, dicendo: Nam cum aliorum fortunas spectando, ex conditione abiecta atque contempta claritatem emersisse videamus, quid aberit quin et ipsi meliora de nobis semper cogitemus? E quest’anche è la seconda cagione finale che m’à mosso. Terzio dico che la ditta autorità si può intendere per me e per voi auditori, e allora si può esponer così: Poca favilla; cioè la mia breve lettura, seconda gran fiamma; cioè seguiterà grande eccellenzia d’ingegno in voi auditori; li quali esercitandovi sopra la brevità del mio intelletto, allargherete li vostri ampli ingegni e risplenderanno in gran fiamma d’intendere. Imperò che farò, come dice Orazio nella sua poetria 1: Fungar vice cotis, acutum Reddere quae ferrum valet exors ipsa secandi. Così io vi sarò cagione dell’acuità de’ vostri ingegni, quantunque io mi sia ottuso. Adunque bene si può dire la parola proposta: Poca favilla gran fiamma seconda. E possiamo suggiungere quello che lo nostro autore suggiunge: Forse dirieto a me con millior voci Si pregherà, perchè Cirra risponda; la qual cosa ci conceda Colui che vive e regna in sæcula sæculorum amen 2.
3 Non so, se io farò pregio d’opera scrivendo la lettura sopra il poema del chiaro poeta Dante Allighieri fiorentino, secondo il modo e l’ordine che per me si lesse publica-
- ↑ Poetria, voce antiquata, non infrequente ne’ primi tempi di nostra lingua che la tolse dalla greca ποιὴτρια. E.
- ↑ Questa parte del Proemio si legge solamente nel Codice Magliabechiano n. 29. palc. I, e nel Laurenziano n. I, esistente nelle cassette laterali. Tutti gli altri incominciano: Non so se io farò pregio d’opera ec.
- ↑ Il Codice Riccardiano n. 1006 comincia:
- Incipit scriptum sup. comedias Dantis
- Aligerii de florentia editum a magistro
- Francisco de Butrio de civitate pisarum.