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[v. 1-18] | c o m m e n t o | 427 |
C. XVI — v. 1-9. In questi tre ternari l’autor nostro finge che andando per lo girone, attraversando come detto fu di sopra, elli s’approssimava alla scesa del vii cerchio nel luogo 1, ove cadeva lo fiume, su per l’argine del quale andavano, dicendo: Già era in loco; cioè io Dante già era nel luogo, onde s’udia il rimbombo; cioè dal quale luogo s’udia lo rimbombo; cioè lo rappresentamento del suono dell’acqua del fiumicello, Dell’acqua, che cadea nell’altro giro; cioè nell’ottavo cerchio, Simile a quel; rimbombo, che l’arnie; cioè li bugni delle api 2, fanno rombo; cioè fanno alcuno risonare per li buchi, ond’elle entrano et escono 3. E qui è colore retorico; cioè denominazione, quando la cosa che contiene si pone per la contenuta: li bugni non fanno suono 4 nell’aere voto, o nelli luoghi chiusi, come appare nella stufa: imperò che il sono ripercuote nell’aere e fa un altro suono non perfetto, come quello di prima; lo quale rimbombo li poeti chiamano eco. Quando tre ombre insieme si partiro; Correndo, d’una torma che passava; cioè brigata d’anime, che passava; e questi erano stati uomini valenti in arme, Sotto la pioggia dell’aspro martiro; cioè del fuoco, che piovea che li ardeva. Venian ver noi; cioè verso me Dante e Virgilio, e ciascuna; di queste anime, gridava; in verso di noi dicendo: Sostati tu; cioè Dante, che all’abito ne sembri Esser alcun di nostra terra prava; cioè ria; cioè di Fiorenza: imperò ch’erano stati fiorentini tutti e tre. Et è qui da notare che l’abito si può intendere per lo vestimento e per l’apparenzia della faccia e per l’uso convertito in natura, del quale dice il Filosofo che di molti atti si genera l’abito, e che segno dell’abito generato è la delettazione che l’uomo piglia nell’opera; e per tutti questi modi intendere si può qui.
C. XVI — v. 10-18. In questi tre ternari l’autor nostro finge che avesse compassione di quell’anime, e come Virgilio l’ammonisce che sia cortese in verso di loro, dicendo: Aimè; parla Dante, dolendosi: imperò che questo Ai è interiezione secondo li grammatici, la quale significa dolore, che piaghe; cioè come fatte, vidi; io Dante, nei lor membri; questo si può intendere di tutti i membri, et ancora de’ membri genitali, i quali aveano male usati; cioè contra natura, li quali erano incesi et arsi dalle fiamme che pioveano di sopra, e dalla rena che s’accendea di sotto, Recenti e vecchie; quelle piaghe, dalle fiamme incese! s’intende delli membri. Ancor mi duol; cioè a
- ↑ C. M. del settimo cerchio nell’ottavo, dove
- ↑ Altrimenti - delle pecchie,
- ↑ Altrimenti - Fan nel rombo; cioè fanno nel buco, onde entrano et escono le api. — Cod. M. unde entrano e stanno l’ape. Et è qui colore
- ↑ C. M. suono; ma le lape. Et è qui da notare che rimbombare è rappresentare lo suono ne l’aire voito o in delli luoghi