19Ei cominciar, come noi ristemmo, hei!1
20 L’antico verso, e quando a noi fur giunti,2
21 Fenno una rota di sè tutti e trei3
22Qual solean li campion far nudi et unti,
23 Avvisando lor presa e lor vantaggio,
24 Prima che sien tra lor battuti e punti;
25Così rotando ciascun lo visaggio
26 Drizzava a me; sì che contrario il collo
27 Facea, e i piè continuo viaggio.4
28E se miseria d’esto loco sollo5
29 Rende in dispregio noi e nostri prieghi,6
30 Cominciò l’uno, e il tristo aspetto e brollo,
31La fama nostra il tuo animo pieghi
32 A dirne chi tu se’, che i vivi piedi
33 Così sicuro per lo Inferno freghi.
34Questi, l’orme di cui pestar mi vedi,
35 Tutto che nudo e dipelato vada,
36 Fu di grado maggior che tu non credi:
37Nipote fu della buona Gualdrada,
38 Guido Guerra ebbe nome, et in sua vita
39 Fece col senno assai, e con la spada.
40L’altro, che appresso me la rena trita,
41 È Tegghiaio Aldobrandi, la cui voce
42 Nel mondo su dovria esser gradita.
43Et io, che posto son con loro in croce,
44 Iacopo Rusticucci fui; e certo
45 La fiera moglie, più ch’altro, mi nuoce.
- ↑ v. 19. Ricominciar, quando noi ristemo, ei
- ↑ v. 20. e poi ch’a noi fur giunti,
- ↑ v. 21. trei; tre. Gli antichi e tutt’ora il popolo toscano, ad evitare l’accento sull’ultima sillaba, amano l’aggiunta d’una vocale. E.
- ↑ v. 27. C. M. Facea ai piè
- ↑ v. 28. Deh! se miseria
- ↑ v. 29. C. M. Rende in dispetto