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i n f e r n o xiv. |
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ostare a questo, le comandò che ciò che partorisse li desse, come avesse partorito. Onde avendo partorito uno fanciullo, ella pensando che Saturno l’ucciderebbe, lo mandò con una balia ad allevare nel monte Ida, ove era lo stabulario del re, segretamente, et al re mandò una pietra che si chiama abdir, e disse che quello avea partorito. Et elli perchè quella pietra non fosse cagione del suo cacciamento, la divorò e mangiolla, et ordinò la reina che quando lo re Saturno andasse alla montagna per vedere lo suo bestiame, che vi sonassono strumenti, trombe e nacchere et altri strumenti, acciò che se il fanciullo piangesse non fosse udito. E quando domandava perchè sonavano quelli strumenti, li era risposto: Per allegrezza di voi; e così credendolo s’allevò lo fanciullo, e cresciuto cacciò Saturno del regno et esso rimase re e fu chiamato Giove. E perchè nel suo reggimento cominciarono li uomini già ad intendere ad avanzare l’uno l’altro, però si disse l’età dell’ariento, che fu men perfetta che la prima, quanto l’ariento è meno che l’oro: e perchè, questo Giove fece maggiore benefici a’ poeti che Saturno, però dissono molto più di lui che di Saturno, attribuendo a Giove la deità e il saettare e lo tonare e tutte l’altre cose ch’appaiono a chi legge i poeti 1. Aggiugne l’autore continuando la fizione; ma altri dicono altrimenti, che Uranio re d’Olimpo ebbe due figliuoli; Titano e Saturno, et essendo Titano in altre contrade avvenne che morì Uranio, e Saturno prese lo regno, e tornato Titano e domandato il regno non gliel volle rendere; ma caddono a patti che tutti li figliuoli maschi ch’elli avesse dovesse fare uccidere, a ciò che non rimanesse successione di lui. Avvenne caso che la moglie di Saturno fece due figliuoli; uno maschio et una femina, et ella fece presentare a Saturno la fanciulla femina, e il maschio mandò a nutricare in Creta a certi popoli che si chiamavano Cureti, i quali quando lo fanciullo piangea, perchè non fosse sentito gridavano e picchiavano li scudi e li 2 bastoni et altre cose che sonassono, a ciò che il fanciullo non fosse sentito, e per celarlo meglio; cioè il detto suo fanciullo Giove, Quando piangea, vi facea far la grida; delle trombe e delle nacchere e delli altri strumenti, come è detto 3. sta dritto; cioè in piè, un gran veglio; cioè un grande veglio. Qui finge l’autore nostro che sia una statua a similitudine di quella, la quale si pone nella Bibbia nel libro di Daniello, la quale Nabucodonosor re di Babilonia avea veduta in sogno, e volea che’ savi suoi li dicessono lo sogno ch’avea fatto e che significava, et essi non sapeano indovinare; ma Daniello profeta li disse ogni cosa ammae-
- ↑ Altrimenti - li autori
- ↑ C. M. li scudi con li bastoni
- ↑ C. M. Drento dal monte; cioè Ida, del quale è ditto. sta