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[v. 31-42] | c o m m e n t o | 379 |
nell’obietto di tale disordinazione, usureggiando contra lui; e però è dato loro a portare una tasca a collo per pena conveniente, sì come nel mondo ànno sempre desiderato di portare e d’avere le tasche piene di pecunia et a quella si sono sottomessi. Ma l’andare è dato a’ soddomiti per pena conveniente al loro peccato: imperò che il loro peccato si commette, discorrendo nelle dilettazioni e nelli appetiti sensuali, e così lo giacere è dato alli violenti contra Dio: imperò che sanza mezzo in sè medesimo offendono Idio, non volendosi sottomettere a lui, dispregiandolo e bestemiandolo. E che l’autore abbia voluto intendere questo, appare per lo testo ove pone in questo canto Capaneo che fu dispregiatore di Giove, e nel xv e xvi canto pone coloro che furono soddomiti; cioè ser Brunetto, Tegghiaio e li altri; e nel xvii nella fine del girone pone coloro che usureggiarono, che sedeano et avean la tasca a collo: e questo basti quanto alla moralità.
C. XIV — v. 31-42. In questi quattro ternari l’autor nostro pone una similitudine intorno a quel ch’à detto di sopra, dicendo: Tale scendeva; di sopra in su la rena detta di sopra, l’eternale ardore; che non dè mai aver fine; cioè tali erano quelle fiamme che cadeano sopra quella rena; Quali fiamme; cioè di vapori accesi che cadeano dal 1 cielo, Alessandro; re di Macedonia, vide cadere in quelle parti calde D’India: imperò che allora era in India, sopra lo suo stuolo; cioè esercito il quale menava, salde infino a terra; e questo era perchè erano in quelle parti calde, e però li vapori secchi accesi veniano infino a terra, che non avviene così a noi: imperò che come s’appressano alla terra, si spengono per lo umido della terra, Per ch’ei; cioè Alessandro, provide a scalpitar; cioè scalcare overo scalpicciare, lo suolo; della terra, Con le sue schiere; facendole andare a torno, per ciò che il vapore; secco acceso che cadea, Mei; cioè meglio, si stingueva; cioè si spegnea, mentre ch’era solo; cioè quello vapore non accostatosi a cosa che il potesse ardere: Onde la rena; di quello girone, s’accendea, com’esca Sotto il fucile; manifesta è la similitudine, che ciascuno la nota, a doppiar lo dolore; acciò che quelle anime avessono doppio dolore della arsione di sopra e dell’arsione di sotto. Leggesi nel libro de’ fatti d’Alessandro re di Macedonia, che quando andò per l’Asia ad acquistare l’imperio di quella, venendo in India pervenne in luoghi secchi et arenosi sotto la torrida zona, ove per lo caldo del sole s’accendeano li vapori secchi e levati da terra et accesi ricadevano; e per spegnerli fece andare l’esercito a torno, e così lo fece spegnere e fu ottimo rime-
- ↑ Nel nostro Codice era nel che si è mutato con la scorta del Magliabechiano. E.