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i n f e r n o xiv. |
[v. 16-30] |
alto elemento che sia, che è lo fuoco. Appresso come il furioso dispregiando e bestemmiando 1 Idio: chè in altro modo non si può usare violenza contra Dio, riscalda et arde d’ira; e quelli che pecca contra natura, arde di lussuria; e quelli che pecca contra l’arte arde d’avarizia; così dee rispondere l’arsione eterna nell’altra vita: e come la rena è dissoluta 2 in questi peccati di dissoluzione, però finge che sieno puniti in su la rena. Et a questo s’affatica sempre l’autore nostro a mostrare, come ogni peccato à seco accompagnata la sua pena in questa vita, e quella medesima finge che risponda nell’altra, parlando litteralmente dello inferno di sotto, e moralmente intendendo di quel di sopra; cioè di questo mondo, sì come vogliono dire alquanti esponitori e come può apparere per li canti passati. Ancora pone l’autore che sono nudi, acciò che più sieno nociuti dall’incendio, et a significare che li peccatori 3 sono noti et aperti quasi ad ognuno; e che piangono miseramente, e questo si dee intendere per la pena e non per lo dolor del peccato: imperò che sono ostinati e non si possono pentere, e che sono morti nell’ira di Dio. Et oltra questo è da notare che di questi l’autore pone tre differenzie; cioè alcuni giaceano et alcuni sedeano et alcuni andavano, come tre sono le violenzie contro a Dio e le sue cose: perchè coloro che giacciono 4 nell’arsione, sono li violenti contro a Dio: e quelli che seggono, sono li violenti contra la natura e l’arte: e quelli che vanno, sono li violenti contra la natura. E perchè la violenzia contro a Dio è maggiore che quella ch’è contro all’arte e contra la natura, però giacciono; e quella seconda che è contra l’arte e contra la natura è più grave che quella che è pur contra natura, e però seggono5 ; e per tanto ànno maggior pena che quelli che vanno, ch’elli ànno lo fuoco per tutto di sopra e per tutto di sotto, che non ànno così quelli che vanno 5, come si mosterrà di sotto nel seguente canto. E come possiamo imaginare per la similitudine data dall’autore della 6 neve; che maggior freddo sentirebbe chi giacesse o chi sedesse nella neve nudo, che colui ch’andasse; e così della fiamma e della rena ardente. E quelli che vanno sono li soddomiti, che violentano la natura; e quelli che seggono 5 sono li usurieri, che violentano la natura e l’arte, come si dirà di sotto nel xvii canto, ove si tratta di loro; et è dato loro lo sedere per pena conveniente: imperò che continuamente stanno con l’ardore d’avere, e facendo violenzia alla natura et all’arte, sempre adoperano contra il prossimo, sì come
- ↑ C. M. biastimando
- ↑ C. M. dissoluta e questi peccati sono peccati di dissoluzione,
- ↑ C. M. tali peccatori in questa vita sono infami e sono noti
- ↑ Altrimenti - giaceano
- ↑ 5,0 5,1 5,2 C. M. siedeno
- ↑ C. M. dell’anime; che