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c a n t o xiv. | 373 |
130Et io ancor: Maestro, ove si trova
Flegetonta e Lete, che dell’un taci,
E l’altro dì, che si fa d’esta piova?
133In tutte tue question certo mi piaci,
Rispose; ma il bollor dell’acqua rossa
Dovea ben solver l’una che tu faci.
136Lete vedrai; ma non in questa fossa,1
Là dove vanno l’anime a lavarsi,
Quando la colpa pentuta è rimossa.
139Poi disse: Omai è tempo da scostarsi2
Dal bosco; fa che di rietro a me vegne:
Li margini fan via, che non sono arsi,
142E sopra loro ogni vapor si spegne.
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C O M M E N T O
Poi che la carità del natio ec. In questo xiiii canto l’autor nostro comincia a trattare del terzo girone del vii cerchio, ove si puniscono li violenti contra Dio e le sue cose; cioè contra la natura e l’arte; ma in questo canto tratta solo delli violenti contro a Dio, e benchè faccia menzione di tutti, seguita pure delli violenti contra Dio; e dividesi in due parti principalmente, perchè prima pone come entra nel terzo girone e come vi truova li violenti contra Idio e le sue cose; cioè la natura e l’arte. Nella seconda si contiene come pervennono a uno fiume, ch’è cagione di tutti li fiumi infernali, come apparirà di sotto, del quale l’autor pone una bella fizione, e comincia, quivi: Or mi vien dietro, ec. La prima che è la prima lezione si divide in sette parti, perchè prima continua lo suo processo; nella seconda in generale descrive lo terzo girone, quivi: A ben manifestar ec.; nella terza narra la diversità de’ peccatori che vi truova, e le pene che sostengono, quivi: O vendetta di Dio, ec.; nella quarta pone alcuna similitudine, quivi: Quali Alessandro, ec.; nella quinta tratta solo di violenti contra Idio domandando d’uno, quivi: Io co-