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C A N T O XIV.
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1Poi che la carità del natio loco
Mi strinse, ragunai le fronde sparte,1
E rende’le a colui, ch’era già fioco.2
4Indi venimo al fine, onde si parte3
Lo secondo giron dal terzo, e dove
Si vede di giustizia orribile arte.
7A ben manifestar le cose nove,
Dico, che arrivammo ad una landa,
Che dal suo letto ogni pianta rimove.
10La dolorosa selva le è ghirlanda
Intorno, come il fosso tristo ad essa:
Quivi fermammo i passi a randa a randa.
13Lo spazzo era una rena arida e spessa,4
Non d’altra foggia fatta, che colei,
Che fu da’ piè di Caton già soppressa.
16O vendetta di Dio, quanto tu dei
Esser temuta da ciascun, che legge
Ciò che fu manifesto alli occhi miei!