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c o m m e n t o |
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e dice nuove, perchè di poco era morto, Vi giuro, che giammai non ruppi fede. Ecco qui si manifesta lo peccato che li fu apposto; cioè di non essere stato leale al suo signore, e però dice: Al mio Signor, cioè allo imperador Federigo, che fu d’onor sì degno; e questo dice a commendazione dello imperadore 1, e Dante ancora finge che il dica perchè quello imperador Federigo fu virtuosissimo; et aggiugne come elli priega che si scusi la sua infamia, dicendo: E se di voi; cioè di te Dante e di te Virgilio, alcun nel mondo riede; cioè ritorna, Conforti la memoria mia; cioè la fama mia, che giace; cioè che è abbattuta e vituperata, Ancor del colpo che invidia le diede; cioè quelli baroni dell’imperadore mossi da invidia.
Un poco attese; Qui comincia la seconda lezione del canto xiii, ove si tratta di coloro che sono stati violenti contra le loro cose, poi che à trattato di sopra di coloro che sono violenti contra sè medesimo 2; e dividesi questa lezione in cinque parti: imperò che prima pone come 3 si domanda per Virgilio Pier delle Vigne d’alquanti dubbi sopra la materia toccata; nella seconda, come Piero risponde a quelli dubbi, quivi: Allor soffiò ec. nella terza tratta della pena delli violenti contra le lor cose, quivi: Noi eravamo ancora ec.; nella quarta finge come Virgilio lo mena a uno pruno a dichiarare 4 di quel ch’avea veduto, quivi: Presemi allor ec.; nella quinta pone come quel pruno addomandato risponde, quivi: E quelli a noi ec. Divisa la lezione, ora è da vedere la sentenzia litterale.
Dice adunque che 5 Piero delle Vigne ebbe manifestato chi elli era per l’officio e per la colpa appostali e per la morte, dice che Virgilio attese un poco e poi disse a Dante: Non perder l’ora; ma parla e chiedili, se più ti piace d’udire. Onde Dante disse a Virgilio: Domandal tu di quel che tu credi che mi satisfaccia, ch’io nol potrei domandare: tanto sono commosso a pietà; e però ricominciò Virgilio e disse: O spirito incarcerato, se l’uomo ti faccia quello che tu ài pregato, dicci come l’anima si lega in questi pruni e dimmi, se mai niuno si dispiega di tali membra. Allora dice che il troncone soffiò forte, e poi convertì quel vento in cotal voce: Io vi rispondo che quando l’anima si parte dal corpo, ond’ella stessa s’àe divelta, viene a Minos giudice dell’inferno et elli la
- ↑ La memoria di questo potentissimo Imperadore vuol essere proseguita sempre con riconoscenza e gratitudine dagl’italiani: perocchè alla sua corte nacque il dolcissimo nostro idioma. Coltivò egli stesso la volgare poesia e gli uomini dabbene protesse. E.
- ↑ Più volte si truova indeclinato il pronome medesimo alla guisa, che adoperavanlo pure i Classici latini. E.
- ↑ C. M. come dimanda Virgilio Piero dalle Vigne
- ↑ Altrimenti - a dichiararsi
- ↑ C. M. che poi che Piero dalle Vigne