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c o m m e n t o 349

C O M M E N T O

     Non era ancor di là ec. Questo è lo tredicesimo canto, nel quale l’autor pone del secondo girone del vii cerchio, nel quale si puniscono li violenti contra sè medesimo e le lor cose; e dividesi principalmente in due parti, perchè prima pone come entrarono nel secondo girone e come sono puniti li violenti contra sè medesimo; nella seconda, come sono puniti coloro che sono violenti contra le loro cose, qui: Un poco attese, ec. La prima si divide in sei parti perchè prima pone come entra nel secondo girone, e quel che vi truova; nella seconda, come in quello luogo trovò l’Arpie, qui: Quivi le brutte Arpie ec.; nella terza, come Virgilio l’ammonisce del luogo e confortalo che ne pigli esperienzia, qui: E il buon Maestro ec.; nella quarta pone com’elli fece secondo lo conforto di Virgilio, qui: Allor pors’io ec.; nella quinta pone come Virgilio scusa Dante, qui: S’elli avesse ec.; nella sesta pone come lo addomandato satisfa alla domanda, qui: E il tronco: Sì col dolce ec. Divisa la lezione, ora è da vedere la sentenzia litterale, la quale seguita così:
     Poi ch’ebbono passata la fossa del sangue bogliente sotto il guidamento di Nesso centauro, e Nesso si fu ritornato addietro, Virgilio e Dante entrarono nel secondo girone, ove si puniscono li violenti contra sè e contro le sue cose. Et entrati per un bosco che non avea nessuno sentier, et era pieno di pruni con foglie nere, con rami nodosi et involti, e per frutti aveano stecchi pieni di tosco; cioè pungiglioni pieni di sangue nero come tosco, e questi erano così aspri che non sono sì aspri Cecina 1 e Corneto nella maremma di Siena e di Pisa infino a Corneto; e quelli pruni erano nidio all’Arpie che cacciarono i Troiani dell’isole Strofade, Virgilio ammonisce Dante che tronchi uno di quelli sterpi e sarà certo di quello che dubita, ammonitolo ch’elli era giunto nel secondo girone e sarebbe infino che venisse alla rena calda, ove sarebbe il terzo girone; e del troncare l’ammonì, perchè Dante udiva trarre guai, e non vedea da cui. Allora Dante stese la mano e prese uno ramuscello d’una gran pianta, e il tronco gridò: Perchè mi schianti? E diventato tutto sanguinoso ricominciò a gridare: Perchè mi sterpi? non ài tu alcuno spirito di pietade? Sappi che noi fummo uomini et or siamo diventati sterpi: se noi fossimo stati anime di serpi, dovresti aver di noi 2 pietà; e così dice che gocciolava il sangue del capo del troncone, come fa di uno legno verde, quando arde l’uno capo nel fuoco e gieme dall’altro, e fischia per la vaporosità che n’esce; onde Dante vedendo questo, lasciò cadere la

  1. C. M. sì aspri tra Cecina
  2. C. M. doveresti a noi aver pietade;