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[v. 91-99] | c o m m e n t o | 335 |
li quali lascio per brevità, Che mi commise quest’uficio novo; questo dice per tanto: imperò che mai non fu alcuno che spaurisse da’ vizi sè et altrui, descrivendo l’inferno a questo modo se non Dante. Et assegna la ragione perchè non dee saettare nè lui, nè Dante dicendo: Non è ladron; cioè Dante, nè io; cioè Virgilio, anima fuia. Questo si pone inpropriamente per lo ladrone: imperò che li Centauri aveano a saettare li ladroni del primo girone: chè li furi si puniscono nell’ottavo cerchio, perchè furto si commette per fraude, o vero con fraude, come apparirà di sotto: e di sopra ancor si pose ladroneccio per furto nel canto passato, sicchè l’uno alcuna volta si piglia per l’altro, perchè si convengono in uno; cioè in prendere l’altrui, lo ladrone per forza, e lo furo per froda.
C. XII — v. 91-99. In questi tre ternari l’autor nostro fìnge che Virgilio domandasse a Chiron guida che li scorgesse, e passasse Dante di là dalla fossa, e che Chiron mandasse Nesso a ciò; e però dice: Ma per quella virtù; cioè per la virtù divina scongiura Virgilio Chirone, e non nomina Dio perchè l’infernali non sono degni d’udire il nome di Dio, per cui; cioè per la qual virtù, io; cioè Virgilio, muovo Li passi miei per sì selvaggia strada; come è questa dell’inferno, che significa la considerazione de’ vizi e delle lor pene, come detto è di sopra, Danne un de’ tuoi; cioè Centauri, a cui noi siamo a provo; cioè a probazione; cioè che ci abbia cari sì, che ci faccia buona compagnia: o vero alla guida del quale noi siamo a provare et avere esperienzia di quel ch’è in questa fossa, E che ne mostri là dove si guada; questa fossa del sangue, E che porti costui; cioè Dante, in su la groppa; sua, ov’elli è cavallo: assegna la ragione perchè dice di Dante, e non di sè, dicendo Che, Dante, non è spirto, che per l’aere vada; come posso andare io che sono spirito. Et è qui da notare che l’autore finge questo per fare verisimile lo suo poema, et oltracciò per dare allegoria che la fossa del sangue, che significa la violenzia de’ tiranni, non si può passare se non con forza o con fuga che è significata per lo Centauro, non basta la ragione a passar tal violenzia; e però ove basta la ragione fìnge che Virgilio lo passi, et ove non basta fìnge altra cosa, come appare nelli luoghi passati di sopra: ad Acheron lo passò l’angelo, perchè non bastava la ragione: alla palude Stige lo passò Flegias in sulla navicella, perchè qui ove è ira non guida la ragione; può bene la sensualità passare l’ira per sè medesimo, quando non vi sta o quando fosse ira per zelo, come fu mostrato nel suo luogo di sopra. Chiron si volse in su la destra poppa; cioè poppola; cioè in sul lato ritto, E disse a Nesso: Torna; a dietro, e sì li guida; al passo della fossa e di là, E fa cansar, s’altra schiera; di Centauri, v’intoppa; cioè vi si scontra sì, che costoro non abbino impedimento.