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i n f e r n o xii. |
[v. 1-15] |
e fecevi molte pareti con molti usci, che tutti aprivano in dentro, e molti andirivieni e pose nell’entrata molte imagini che faceano grande paura a chi v’entrava: et era questo edificio in tondo et era sì ordinato che l’uomo v’entrava e non ne sapea uscire, e chiamossi questa pregione lo laberinto, et in questa prigione fu rinchiuso lo Minotauro e fece nel monte molti spiracoli sì, che vi si potesse vedere lume, e nel mezzo ove stava lo Minotauro ne fece uno, onde gittavano lo pasto al Minotauro. E quando Minos ebbe vinti li Ateniesi, per pena del fallo commesso li condannò che dovessero mandare ogni anno sette uomini a essere divorati dal Minotauro, e però li Ateniesi fecero una tasca ove misono le polizze di tutti i loro cittadini, e così della famiglia del suo duca come delli altri, et ogni anno ne cavavano sette; onde toccò l’andata a Teseo figliuolo d’Egeo ch’era duca delli Ateniesi, onde Egeo li fece apparecchiare lo navilio, e lui e tutta la compagnia vestìe a nero e tutti li corredi del navilio, e comandò che s’elli tornasse, li mutassi 1 in bianchi, avendo speranza che il re Minos lo dovesse campare. Poi che Teseo fu giunto in Creti fu ricevuto dal re Minos in casa sua et onorato molto. Era usanza delli altri andare tre di’ per la terra, innanzi che fossono messi al Minotauro e così fu osservato in Teseo, onde tutta la città ebbe compassione di lui: tanto era gentilesco et avvenente giovane; e così una figliuola del re Minos ch’avea nome Arianna innamorata di lui e mossa a pietà per camparlo, costrinse Dedalo che l’insegnasse in che modo si potea uccidere lo Minotauro et uscire del laberinto. E poi ch’ebbe Teseo in una camera e fecesi promettere e fermare con giuramento ch’elli la menerebbe seco e piglierebbela per moglie, et insegnerebbeli uccidere lo Minotauro, e così l’insegnò che menasse, o vero portasse seco un gomitolo 2 di refe in mano e legasse l’uno capo all’entrata e così andasse tenendo lo filo in fin che fosse al Minotauro, e poi tornasse con quel filo raccogliendolo: e diedegli tre palle di pece e cera attoscate che le gittasse in gola del Minotauro, quando aprisse la bocca, e così fece et ucciselo, e tornò sano e salvo e menonne seco Arianna et ancora l’altra sirocchia, che avea nome Fedra ch’era più bella. Et innamoratosi di lei tra via, lasciò Arianna addormentata in un’isola e prese per moglie Fedra, e non ricordatosi di mutare le vele nere, lo padre Egeo quando le vide da lungi, credendo che Teseo fosse morto, per dolore s’annegò in mare, e però giunto in Atene fu fatto duca dalli Ateniesi e succedette al padre. Questa fizione ebbe questa verità; che questa Pasife s’innamorò d’uno suo cancelliere che avea nome Toro, et in casa di Dedalo si congiunse con lui e nacquene uno
- ↑ C. M. li mutasse bianchi,
- ↑ C. M. uno ghiomo di filo in mano