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c o m m e n t o |
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tra Trento e Trivigi, che nel fianco Di qua da Trento l’Adice percosse. L’Adice è fiume che andava sotto lo monte Barco da lato a Trivigi, lo qual tanto rose la radice del monte, che il monte scoscese e percosse lo fiume, onde l’Adice si dilungò perchè il monte lo fece fare buono 1 spazio in là; o vero che il monte cadesse per tremuoti, e però dice: O per tremuoti; che il facessono cascare, o per sostegno manco; cioè che li venisse meno lo fondamento per lo roder del fiume: Che da cima del monte, onde si mosse; quella ruina, Al piano è sì la roccia; cioè la ripa o ver costa del monte, discoscesa, Ch’alcuna via darebbe a chi su fosse; cioè che vi si potrebbe andare, ove prima non si potea. Adatta la similitudine, dicendo: Cotal di quel burrato; cioè rottura, era la scesa; e manifesta quel che v’era, che il toccò di sopra, dicendo: E in su la punta della rotta lacca; cioè ripa, L’infamia di Creti era discesa; cioè lo Minotauro, per lo quale l’isola di Creti era infamata, era disceso di su del mondo, Che; cioè la quale infamia; cioè lo Minotauro, fu concetta nella falsa vacca; cioè di Pasife che si rinchiuse nella vacca del legno 2, perchè il toro si congiugnesse con lei. Onde a saper questo è da notare una fizione che il poeta Ovidio nel nono libro Metamorfoseos pone; cioè che quando Minos re di Creta andò ad Atene per far vendetta di Androgeo suo figliuolo, che fu morto per invidia da gli Ateniesi, la reina Pasife moglie del re Minos, vedendo dalla finestra del suo palagio la pastura ov’erano molte vacche e tori a pascere, s’innamorò d’uno più bianco e più bello toro di tutti li altri; per la qual cosa ella ebbe Dedalo il quale era ingegnosissimo, e manifestolli lo suo disordinato e bestiale appetito, e comandolli che trovasse modo ch’ella si congiugnesse con quel toro, e questo tenesse segreto; onde costui s’avvisò di qual vacca quel toro era più innamorato, e quella uccise occultamente e prese lo cuoio e fabbricata una vacca di legname di quella grandezza, la coperse di quel cuoio, e fecevi entrare la reina e fecela portare nella pastura; onde lo toro ebbe congiunzione con lei, et ingravidata partorì uno mostro ch’era mezzo toro, e mezzo uomo; dalla parte di sopra era toro, e da quella di sotto era uomo. E mentre che lo re Minos combattea Atene, ebbe novella di questo mostro ch’era nato e come divorava li suoi cittadini; onde mandò comandando a quello Dedalo, per cui consiglio quel mostro era nato, ch’elli facesse una prigion sì fatta che non ne potesse uscire. Et allora Dedalo cavò in una grotta d’uno monte,
- ↑ C. M. lo fiume l’Adice nel lato, e fecelo fare uno buono spazio. - Il nostro Codice a - si dilungò - à la variante - s’allargò.
- ↑ I nostri antichi, a mostrare la cagione materiale, adoperavano frequentemente il segnacaso articolato. Dante stesso, Par. C. xvi v. 110 disse: le palle dell’oro. E.