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322 | i n f e r n o xii. | [v. 1-15] |
uno dirupato, come quello del monte Barco che è tra Trivigi e Trento: e dice che su la punta della ripa rotta trovarono disceso lo Minotauro, il quale li volle impedire; ma Virgilio lo sgridò e fecelo cessare, et a Dante gridò che corresse al passo. E così presono via giù per lo scalco delle pietre, che si moveano sotto li piedi a Dante per lo nuovo peso 1; e perchè Dante andava pensando, disse Virgilio: Tu forse pensi che fosse cagione della ruina di questa pietra 2? Ora tel voglio dire: chè altra volta discesi qua giù, e questa ruina non era ancora stata; ma ella cascò poco innanzi che Cristo scendesse nel limbo. Allora ch’elli sostenne passione in croce, tutta la valle tremò dell’abisso, et allora scoscese questa ripa sì, ch’io pensai che il mondo si disfacesse per amore e concordia degli elementi, come dice Empedocles: e non pur qui; ma eziandio altrove questa valle si ruppe per lo tremuoto, come apparirà di sotto. Ma ficca li occhi in giù, che s’approssima il fiume del sangue, nel quale bolle qualunque offende il prossimo per violenzia; onde grida Dante contra la cupidità, e dice che vide una larga fossa volta in arco, come stava la ripa, e tra essa e la ripa correvano Centauri armati con armi e con saette, come soleano nel mondo andare a caccia. E quando vidono calar Dante e Virgilio si fermarono, e tre di loro si dipartirono con archi e con saette in mano, e l’uno gridò da lungi: Dite a qual martiro venite voi, che scendete, se non io vi saetto. Allora Virgilio rispose: Noi faremo la risposta a Chirone: sempre fosti così frettoloso, e mal te ne colse. Poi tentò Dante e disse che quello era Nesso che morì per Deianira moglie d’Ercole e vendicossi morendo: e quello del mezzo è il gran Chirone che fu balio d’Achille, e l’altro è Folo che fu sì pieno d’ira: elli vanno intorno a questo fosso del sangue a mille a mille, saettando l’anime che uscissono del sangue più che la loro colpa non permetta; e qui finisce la sentenzia litterale. Ora è da vedere lo testo con lo intelletto allegorico o vero morale.
C. XII— v. 1-15. In questi cinque ternari l’autor nostro finge com’era fatta la ripa che discesono, quando scesono del sesto cerchio nel settimo, e come vi trovarono lo Minotauro, così dicendo: Era lo loco, ove a scender la riva Venimmo; Virgilio et io Dante, alpestro; cioè aspro, e per quel ch’ ivi era anco Tal, ch’ogni vista ne sarebbe schiva; cioè di volerlo vedere. E questo dice per lo Minotauro, che finge che fosse in su la ripa, come apparirà di sotto; et esemplifica e dice ch’era tale quella ripa qual’è quella del monte Barco, dicendo così: Quale è quella ruina; del monte Barco che è