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initio saeculi humanum genus sumere vitam et excedere ec. — dal principio; cioè come appare nel suo principio, convene Prender sua vita; cioè l’ordine e il modo del vivere, et avanzar la gente; cioè li uomini avanzare l’uno l’altro nelle ricchezze e beni temporali: e questo è licito appo Dio et appo il mondo l’uno uomo avanzare l’altro, o per sua industria, o esercizio di sua persona affaticandosi e lavorando la terra, o commettendosi all’opere della natura, tenendo bestiame lo quale secondo corso di natura fruttifica, se a Dio piace, et ancora una volta muore, stando contento a quello che Idio fa. Ma perchè l’usuriere altra via tiene; che quella della natura, non tenendo li suoi danari in bestiame; e che quella dell’arte: imperò che non lavora e non s’esercita, Per sè natura; per la sua seguace; cioè l’arte, Dispregia, poi che in altro pon la spene; cioè la speranza, così dispregia Idio dispregiando le cose sue; cioè natura ed arte; anzi fa contra natura: imperò ch’elli vuole che il danaio faccia danaio, la quale cosa è contra natura: imperò che le cose non animate non possono multiplicare per generazione, come le cose animate: et ancora dispregia Idio, in quanto non si fida della bontà di Dio.
C. XI — v. 112-115. In questo ternario et un verso l’autor nostro fìnge che Virgilio lo sollicitasse dell’andare, assegnando la brevità del tempo, che era a venire della notte innanzi al di’, dicendo così: Ma seguimi; tu Dante, ora mai; cioè oggi mai, che il gir mi piace; cioè a me Virgilio. E questo finge l’autore perchè di sopra lo restar si finse che il facesse far Virgilio sì, come appar di sopra; et assegna la cagione della brevità del tempo ch’era a venire di quella prima notte, che finge essere già stati nell’inferno, descrivendo lo tempo per Astrologia narrando lo sito dei due segni del zodiaco; cioè del segno ascendente ch’era allora Pisces, e per lo segno descendente ch’era allora Virgo 1. Pisces e Virgo sono due segni oppositi l’uno all’altro, sicché quando l’uno nasce l’altro tramonta; e per questo volea mostrare ch’era presso al di’ per due ore, o vero quasi: imperò che il sole era allora in Ariete, siccome appare nel primo canto, prima cantica, dove dice: Temp’era del principio del mattino, ove dimostra che di marzo, la notte che viene innanzi al venerdi’ santo, ebbe questa fantasia presso al di’, e poi tutto il venerdi’ santo consumò a combattere con le fiere, et a parlamentar con Virgilio, et in su la sera finge ch’entrassono nell’inferno. E questo si può provare per lo canto secondo, prima cantica che dice: Lo giorno se n’andava, e l’aer bruno ec.; e che fosse la notte ch’era
- ↑ C. M. allora Leo. — Codesti segni del zodiaco presso gli antichi truovansi nominati quasi alla latina. E.