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di francesco da buti |
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Tra i castelli, che fino da’ tempi della sua republica tenne in giurisdizione la città di Pisa, non diverrà mai oscuro quello di Buti, tra per la valle in mezzo di cui siede, popolata di maravigliosi oliveti, e per gli uomini che ne produsse illustri in armi, in lettere e in arti1. Insino dal 1115 un Guido da Buti, passato con lo stuolo pisano al conquisto dell’isola Maiorica, vi ebbe fatto mirabili pruove di valore; e questo Guido dello stesso lignaggio del nostro Francesco forse colla fama delle sue gesta ebbegli riscaldato l’affetto, acciocchè non ne riuscisse degenere nipote; ma anzi, come a specchio domestico ragguardando, l’altrui e la propria gloria rifiorisse. Gli studi, i quali Francesco ebbe con assai profitto compiuti nella Università pisana, gli valsero tanta estimazione che tosto venne ascritto nell’albo de’ cittadini pisani, e quel governo cominciò lui giovine a riconoscere come adatto ad ogni civile negozio e sì per le doti dell’ingegno e sì per quelle dell’animo. E già non ancora valicati i ventiquattro anni, venne eletto Senatore del Consiglio della Credenza, o consiglio segreto di quella republica, dove poscia sedette nella magistratura suprema degli Anziani, de’ quali esercitò eziandio l’officio di cancelliere ed altresì di notaio: e dall’archivio delle Riformagioni apparisce lui essersi trovato nel novero de’ Sapienti, deputati alle più importanti deliberazioni della publica bisogna. Dal che si può dirittamente inferire quanta fosse l’acuità della sua mente; come i riguardi verso di lui usati in qualunque vicissitudine dimostrano chiaro quale fosse l’opinione della sua probità. E per fermo anche sotto la tirannia degli Appiani, anco in sul ruinare della pisana republica, proposte le riforme d’offiziali e ministri, videsi decretato che Francesco da Buti uscisse esente da qualunque incarico reale e personale, nè fosse giammai rimosso dalla sua carica di Dottore, nè menomatogli lo stipendio. E nel vero, come avrebbono potuto diversamente condursi i cittadini pisani, senza offendere nella taccia di sconoscenti ed ingrati? Se con altri governi d’Italia insorgeva una qualche differenza, a chi mai se ne commetteva la composizione, se non a Francesco il quale con tanto senno venivane a capo da chiamarsene contente ambe le parti, e più tenacemente restringersi le alleanze? Allorchè da Fi-
- ↑ In Panicale, su quel di Buti, ebbe i natali il famoso pittore Masolino, ne’ lavori del quale molto studiò l’immortale Rafaello.