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che elli godesse nell’altra vita con Cristo; e se muore in peccato mortale, à tristizia e pianto col demonio.
C. XI - v. 46-54. In questi due ternari l’autor nostro finge come Virgilio dichiara in che modo si può far forza per l’uomo a Dio; e dimostra in genere che sono due modi; l’uno è immediate contra Idio; l’altro è contra Idio per mezzo della natura, che è detta figliuola di Dio, onde dice: Puossi far forza; per l’uomo s’intende, nella Deitate; cioè contro l’essenzia 1 sanza mezzo in due modi; cioè Col cuor negando e bestemmiando quella. Chi nega Idio col cuore, annulla Idio, sì che quanto in lui e’ fa forza a Dio, benchè Idio nullo mancamento in sè riceve; similmente è di chi il bestemmia 2. E notantemente dice col cuore: imperò che l’uomo lo potrebbe negare e bestemmiare 3 in voce; ma non col cuore per paura di tormento, o di morte, e questo non sarebbe sì grave peccato, come quello di ch’elli intende. E spregiando natura e sua bontate. Ora manifesta come in due modi si fa forza a Dio, facendo forza alla natura che è figliuola di Dio; cioè spregiando essa natura, come fanno quelli che commettono peccato contra natura; o spregiando sua bontade; cioè l’arte che è bontà della natura, e figliuola della natura e nipote di Dio, come fanno li usurieri che fanno contra l’arte che è figliuola della natura, come si dimosterrà di sotto. E però lo minor giron; cioè lo terzo, che è minor che gli altri due del vii cerchio, suggella Col segno suo; quasi dica: Tieni inchiusi con la spezie o sotto la spezie del peccato detto di sopra, e Soddoma, e Caorsa; cioè peccatori contra natura, et usurieri, E chi, spregiando Idio, col cuor favella; cioè bestemmiandolo 4 e negandolo. E debbasi qui notare che Soddoma fu una città grande nel confine d’Arabia e Palestina, la quale, come dice Orosio nel primo libro, con quattro altre città le quali elli nomina, convertite per troppo bene che aveano a lussuria ed a peccato contra natura, per giustizia di Dio arsono tutte per fuoco mandato dal cielo; e qui ov’erono 5 le città è ora uno stagno, et intorno, come dice Solino, nascono pomi che a vederli di fuori sono bellissimi e d’entro sono pieni di fuliggine; onde struggendoli n’esce fuori fumo e polvere e tutto quel terreno è ceneroso; e pertanto l’infetti di tal vizio si chiamano soddomiti. Caorsa è una città nella Proenza ove sono molti usurieri, e però li usurieri sono chiamati Caorsini.
- ↑ C. M. contra la sentenzia divina senza
- ↑ C. M. il biastima.
- ↑ C. M. biastimare
- ↑ C. M. biastimandolo e negandolo. E dèsi
- ↑ C. M. E quine dove era la città è avale uno stagno, - Erono; erano, è cadenza comune tra il popolo toscano; ma non approvata. Essa provenne dall’aver dato l’uscita in ono a tutte le terze persone plurali del presente indicativo: amono, sentono; amavono, sentivono. E.