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292 | i n f e r n o x. | [v. 109-120] |
di noi dannati, da quel punto; cioè dal Giudicio innanzi, Che del futuro fia chiusa la porta: però che nulla sarà più futuro. Questa conclusione seguita dalle predette, che ogni conoscimento de’ dannati verrà meno dopo la giudicio 1: imperò che, se lo loro conoscimento non si estende se non al futuro e da indi in là non sarà più futuro: però che sarà vita eterna, seguita dunque che non conosceranno più alcuna cosa: imperò che non sarà se non presente.
C. X — v. 109-120. In questi quattro ternari finge l’autore che elli pregò messer Farinata che lo scusasse a messer Cavalcante, e come Virgilio lo richiamava e come domandò delli altri, e come messer Farinata li manifestò, dicendo così: Allor, come di mia colpa compunto, Dissi; io Dante: Or direte adunque; cioè voi, messer Farinata, a quel caduto; cioè a messer Cavalcante, Che il suo nato; cioè Guido, è co’ vivi; cioè nel mondo, ancor congiunto. E s’io; cioè Dante, fui innanzi alla risposta muto; cioè che non risposi, Fate i saper che il fei, perchè pensava Già nell’error che m’avete soluto; come detto fu di sopra. E già il Maestro mio; cioè Virgilio, mi richiamava; per ch’io tornassi a lui; Per ch’io 2; Dante, pregai lo spirito; cioè messer Farinata, più avaccio, Che mi dicesse chi con lui stava; cioè chi erano quelli ch’erano con lui in quel sepolcro: imperò che l’autor finge, come di sopra fu detto, che in ogni sepolcro fosse una spezie d’eresia, sicchè in quel di messer Farinata si punivano li eretici, ch’aveano tenuto che non fosse altra vita, e che l’anima morisse col corpo; e per volere nominare di quelli eretici, finge l’autore che ne domandasse, e fagli nominare a messer Farinata. Dissemi; cioè messer Farinata a me Dante: Qui; cioè in questo sepolcro, con più di mille giaccio: dimostra grande essere lo numero de’ così fatti eretici. Qua dentro è lo secondo Federico. Ecco che nomina lo imperador Federigo secondo, il quale fu di quella eresia; onde per pruova della sua eresia fece inchiudere uno dannato alla morte in una botte bene impeciata, onde lo misero, non potendo avere espiramento d’aere vi morì dentro, e in su la morte gridò forte tanto, che la voce s’udì dallo imperadore e dalli altri circustanti, e trovatolo poi morto, disse lo imperadore alli circustanti: Voi dite che l’anima vive dopo questa vita, onde uscì l’anima di costui della botte? Risposono li circustanti: Onde uscì la voce che voi udisti 3; e
- ↑ Il Cod. M. à — dopo il iudicio — ed il nostro — dopo la giudicio — che noi riportiamo: perocchè potrebb’essere che ancora il nome giudicio fosse adoperato feminilmente, come, la metodo, la sinodo ed altri. E.
- ↑ C. M. Perch’io; cioè per la qual cosa io Dante,
- ↑ voi udisti. Tale fu l’uscita primitiva e regolare delle seconde persone plurali, venuta direttamente dalle latine auditis, audiebatis, audivistis o audistis ec. Ora però codeste persone si vogliono terminare in e; ed in i quelle del singolare. E.