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[v. 1-9] | c o m m e n t o | 279 |
et al desiderio che tu mi taci. Onde Dante si scusa che se non l’à manifestato, l’à fatto per dir poco, come più volte ne l’à ammonito; ma non per celare lo suo desiderio; et in questo dice che udie una voce che uscì dell’una dell’arche, e disse che si facesse a lui che li volea parlare. Onde Dante temendo più s'accostò a Virgilio; onde Virgilio l’ammonisce che vada là, e diceli che è messer Farinata et ammoniscelo che parli chiaro e aperto. E quando Dante fu ito a lui, messer Farinata lo riguardò un poco, e poi parlamentò con lui della parte; onde Dante rispose bene, secondo ch’era stato ammonito. Allora si levò messer Cavalcante e vedendo che Dante era solo, lo domandò perchè Guido suo figliuolo, ch’era compagno di Dante, non era con lui; et allora Dante rispose che perciò non era con lui, perchè il suo figliuolo ebbe a dispetto colui che menava lui. Allora messer Cavalcante maravigliandosi della risposta, dubitò che fosse morto e domandò se vivea; e perchè Dante non rispose subito al suo dimando, cadde giuso e più non apparve; e qui finisce la sentenzia litterale. Ora è da vedere il testo con l’allegorie o vero moralitadi.
C. X — v. 1-9. In questi tre ternari l’autor nostro finge che facesse a Virgilio una domanda di volere vedere di quelli, ch’erano per li sepolcri. Continuasi con quel che fu detto di sopra così: Poi che Virgilio si volse a man ritta, elli s'inviò per una segreta via tra le mura della terra e li sepolcri delli eretici, et elli lo seguitò, così dicendo: Ora sen va per un secreto calle; cioè via, Tra il muro della terra; del quale fu detto di sopra, e li martiri; che erano in quelli sepolcri, Lo mio Maestro; cioè Virgilio, et io dopo le spalle; cioè seguitandolo. E qui si può attendere una bella moralità; cioè che quando la ragion significata per Virgilio guida la sensualità significata per Dante per segreta via; cioè divisa e spartita da’ vizi, ella può andare sicuramente che non sarà impedita dal vizio et avrà notizia di lui; ma se la ragion si mettesse a passare per le mura, che significano ostinazione, e per li sepolcri che significano assorbimento della ragione nella falsa opinione (intanto che si crede far bene, che non è così nelli altri peccati come nella eresia; chè l’eretico si crede avere la verità e però sta fermo nella sua falsa opinione) allora sarebbe pericolo di rimanervi: imperò che chi è involto in ostinazione di peccato, o in eresia, non esce mai, se special grazia di Dio non ne ’l cava; e per tanto finge l’autore che andasse la ragion sua per un secreto calle, e la sensualità seguita in quanto narra queste cose per sì fatto modo che le fa sensibili: chè chi è che oda queste cose e questi ordini e disposizioni delli cerchi 1 che non
- ↑ C. M. disposizioni delli eretici che