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c o m m e n t o |
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superbia. Le sue compagne sono curiosità, leggerezza di mente, sconcia letizia, arroganzia, defensione de’ peccati, simulata confessione, rebellione, libertà di peccare, o consuetudine. Le figliuole sono irreverenzia, eresia, inobedienzia, vanagloria, ipocresia, iattanzia, pertinazia1, discordia et invidia, secondo santo Agostino come detto è di sopra. Li rimedi contra la superbia sono: considerazione di migliori, conversazione con li umili, considerazione della viltà del corpo, l’esempro di Cristo, considerazione della vile servitudine, considerazione dello stretto giudizio, considerazione della miseria di questo mondo, e considerazione delle pene convenienti a tal peccato. Et è qui da considerare che varie sono le pene che l’autore finge che siano deputate alla superbia, alle spezie, alle compagne et alle figliuole sue, sì come apparirà nel processo; le quali, benchè l’autor finga essere nell’inferno, intende allegoricamente esser nel mondo, e questo si mosterrà esser ne’ suoi luoghi. Ma qui in questo luogo è da notare, che l’autor finge che la superbia, presa generalmente per tutti e sette peccati mortali che vengono per malizia e bestialità, e strettamente per sè e per le sue spezie, compagne e figliuole, àe queste pene in generale, ch’ella si punisce nelli quattro cerchi più bassi nell’inferno e murati intorno, e posti dentro dalle mura del ferro e nel luogo più stretto e più puzzoso che li altri, e pieno di duolo e di tormento; le quali pene sono assai convenienti a così fatto peccato. E così si dimostra allegoricamente ch’elli intese che sempre sono con li superbi del mondo: imperò che degna cosa è che chi per superbia s’innalze2 sia abbassato, come spesse volte si vede nel mondo, onde si dice: Qui se exaltaverit humiliabitur; e se altrimenti non s’abbassassono, al meno s’abbassano per la viltà del peccato. Sono incarcerati dentro alle mura del ferro, perchè sono impregionati dal vizio che li tiene costretti sì che uscire non ne possono, se non è speciale grazia di Dio che li faccia pentere innanzi che moiano; e sono puniti di grandissima puzza: imperò che li superbi a ogni uomo sono puzzosi et eziandio a sè medesimi; et ànno gran duolo e rio tormento continuamente a mettere ad effetto le lor male intenzioni: però che ogni peccato à la sua pena seco, et ancor quando sono impediti che non possono adempiere il loro malvagio desiderio, si dolgono e si tormentano. E queste pene convenientemente, secondo la lettera, si fingono essere nell’inferno generalmente al peccato della superbia; seguiteranno altre speciali pene, secondo le specie di peccati, le quali si sporranno quando toccherà il testo. Sì come ad Arli. Arli è una città in Proenza, ap-
- ↑ Pertinazia; pertinacia, pel consueto ed agevole mutamento del c in z, come merzè, prenze ec. E.
- ↑ C. M. s’innalza