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268 i n f e r n o   ix. [v. 106-123]

quella eccellenzia che non à, o quando desidera di parere quel che non è, dispregiando li altri. S’ella è nell’affetto, o ella è presunzione o ell’è ambizione; se ella è presunzione à quattro specie. Prima, quando l’uomo presumme nel suo desiderio quelle cose che nè suo megliore nè suo iguale presume; lo secondo, quando si presumme quello che non si dee; lo terzo, quando si presumme innanzi lo tempo; lo quarto, quando si presumme contra le propie forze. S’ella è ambizione, o ella è di signoria, o ella è di magisterio, o ella è di semplice eccesso in alcuna delle grazie date per grazia, come ricchezza ec. Se la superbia è esteriore o ella si piglia secondo la cagione di ch’ella nasce, o ella è secondo le cose nelle quali ella è; se è al primo modo, o ella nasce per li beni della natura, o per li beni della fortuna, o per li beni della grazia. Li beni della natura alcuni sono del corpo, alcuni sono dell’anima; li beni del corpo sono fortezza, leggerezza, bellezza, grandezza, nobiltà, libertà; li beni naturali dell’anima sono questi, dirittura d’ingegno, velocità, bontà di memoria, potenzia di sostenere esercizio spirituale, natural disposizione, o vero virtù naturale; li beni della fortuna sono di fuori, che sono in podestà d’essere tolti; cioè ricchezza, diletti, dignitadi, signoria, gloria, o vero grazia umana; li beni della grazia sono scienzia e virtù. Se ella è superbia, che si piglia secondo le cose in che è, o è in laici, o è in cherici; se è in cherici, o in prelati, o in sudditi; se in prelati, o in secolari, o in claustrali; e così si divide ancora de’ sudditi, e l’una e l’altra di queste, o è nel corpo o nelle cose che sono al corpo; cioè in adornamento, o in cavalli, o in famiglia, o in conviti, o in edifici, o in libri, o in canto; se è nel corpo, o è nella bocca, o nelli occhi, o nel naso, o nel collo. Se è in adornamento, o è d’uomini, o di donne, o di massarizie; se è di massarizie, o è troppa dilicatezza1 o abondanzia; se è in cavalli, o in non necessario uso di quelli o in troppa esquisizione di quelli, o in loro adornamento; se è in famiglia, o in moltitudine, o in vita disonesta, o in disutilità di famiglia; se è in conviti, o in invitamento di grandi o in moltitudine di ministri, o in varietà di cibi, o in preciosità di masserizie, o in sonamento di strumenti; se è in edifici, o in moltitudine di case, o in grandezza, o suntuosità, o delettabilità; se in libri, o in lettere d’oro o in fibbiali d’oro, o in segnaculi di seta o d’oro; se è in canto, o in presunzione di canto, o in troppa esalazione di voce, o in rompimento o aggiugnimento o tollimento di punti o in lascività di canto o in voce falsa o in fraudulento mancamento di voce: e per questo modo si distinguono le specie della

  1. C. M. delicatezza o è troppa preziosità o troppa grandezza o abundanzia; se è in cavalli, o ella è in multiplicazione di cavalli o in non necessario