Pagina:Commedia - Inferno (Buti).djvu/270

   226 i n f e r n o    viii.


C O M M E N T O


Io dico ec. In questo ottavo canto l’autore seguita la materia cominciata; cioè del quinto cerchio ove à posti l’irosi e li accidiosi, e pone come pervenne alla città che à nome Dite; e dividesi questo canto principalmente in due parti: imperciò che prima compie la narrazione del v cerchio; nella seconda entra già a narrare delle cose che sentie del sesto cerchio, quivi: Lo buon Maestro ec. Questa prima, ove si tratta del quinto cerchio, che sarà la prima lezione, si divide in viiii parti: imperò prima pone come vidono porre in su quella torre alla quale pervennono, innanzi che vi pervenissono, due fiamme; nella seconda, la domanda che perciò fece a Virgilio, quivi: Et io mi volsi ec.; nella terza, la risposta di Virgilio, come venne la nave, e quel che Flegias disse, quivi: Corda non pinse ec.; nella quarta, la risposta di Virgilio a Flegias, quivi: Flegias, Flegias ec.; nella quinta narra come introrono 1 nella nave, e navicarono, quivi: Lo Duca mio ec.; nella sesta pone come trovarono in quella palude, che navicarono, uno suo Fiorentino che il volle impedire, e quel che li rispose, quivi: Mentre noi corravam ec.; nella settima, quel che Virgilio fece poi a Dante, quivi: Lo collo poi ec.; nella ottava manifesta Dante la sua intenzione a Virgilio, e desiderio, e la risposta di Virgilio, quivi: Et io: Maestro ec.; nella nona pone quello che poi vide fare del suo Fiorentino, quivi: Dopo ciò poco ec. Divisa dunque la lezione, è ora da vedere la sentenzia litterale, la quale è questa.
     Dice che innanzi che giugnessono a piè dell’alta torre, della quale già è detto, vidono porre due fiammette in su la detta torre; e una in su una torre da lungi, che a pena si potea vedere rendere cenno. Ond’elli domandò Virgilio, quello che significava, e chi lo faceva; e Virgilio li rispose che su per l’acqua del palude potea vedere la cagione, se il fummo non lo impacciava. E mentre che Virgilio dicea così a Dante, venne la navicella con uno demonio, ch’elli chiama Flegias, più tosto che una saetta non n’è pinta dal balestro, e gridò Flegias a Dante: Or se’ vinta 2, anima fella! Onde Virgilio li rispuose: Flegias, tu gridi a voto, tu non ci avrai se non tanto, quanto passeremo il loto; e per questo rimanendo Flegias cruccioso e lamentevole, Virgilio scese nella barca prima, et appresso Dante, et allora parve carica pur di Dante, e prese più dell’acqua che non solea con li altri, perchè

  1. Introrono è voce da lasciarsi; ma viene dalla terza singolare, aggiuntovi al solito ro o reno. E.
  2. C.M. se’ giunto, anima