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220 | i n f e r n o vii. | [v. 127-130] |
scrive onde era la loro andata, e dice che era tra la ripa sesta onde erano scesi, e il mezzo ov’era la palude. E forse1 qui dubiterebbe alcuno, come questa fosse la ripa sesta: conciò sia cosa che fosse nel quinto cerchio. A che si può rispondere che la ripa prima fu quella d’Acheronte, la seconda quella del primo cerchio, la terza quella del secondo, la quarta quella del terzo, la quinta quella del quarto, la sesta quella del quinto, nella quale2 erano scesi; e però dice che andavano tra la ripa sesta e lo mezzo ov’era la palude. Con li occhi volti a chi del fango ingozza; cioè alli accidiosi che erano sotto la palude Stige, Venimmo a piè3 d’una torre; Virgilio et io Dante, al dassezzo; 4; cioè all’ultimo ove ci fermammo: imperò che quivi era il passo della palude. E qui finisce il canto settimo.
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