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iniuriam putes. E per tanto si può eonchiudere che fortuna si potrebbe intendere per la mutabilità delle cose: potrebbesi ancora pigliare per l’ordine e disposizione che è nelle cose durevoli, et allora non è differente del fato, secondo che pone Boezio nel iv libro della Filosofica Consolazione: puossi ancora intendere per quella intelligenzia che dispone e ordina queste mutazioni di questi beni mondani, secondo la providenzia di Dio, e così pare intendere l’autore nostro.
C. VII — v. 70-96. In questi nove ternari l’autor nostro pone la risposta che li fece Virgilio della fortuna, ponendo molto belle sentenzie; la qual risposta come fu detto di sopra, benchè finga litteralmente che Virgilio la facesse a lui, Dante intende allegoricamente che la ragion sua la facesse alla sua sensualità, e però dice: Et elli; cioè Virgilio disse, s’intende, a me; Dante: O creature sciocche, drizza qui lo sermone a tutti li uomini. Quanta ignoranza è quella che v’offende! Maravigliasi della ignoranza delli uomini. Or vo’; cioè or voglio, che tu; cioè Dante, mia sentenzia ne imbocche; cioè voglio che riceva la mia sentenzia, come riceve lo fanciullo il cibo quando è imboccato. Colui; cioè ldio, lo cui saper tutto trascende; cioè la sapienzia del quale monta e passa, avanzando ogni cosa, Fece li Cieli; e similmente tutta l’altra fabrica del mondo, e diè lor chi conduce; cioè perchè sono mobili, diede loro li angeli che li movessono, Sì ch’ ogni parte ad ogni parte splende, Distribuendo igualmente la luce. Questo si continua ad una sentenzia con quello di sopra, quasi dica: ldio divise la natura angelica, la quale si comprende sotto nome di luce, sì come dice nel Genesi: Fiat lux, et facta est lux; e sotto questo nome lux s’ intende la natura angelica, al movimento de’ cieli, secondo che si conviene, sicchè a ciascuno cielo ne pose uno o più, secondo che fu conveniente; et a quello ch’ era di maggiore effetto, l’angelo di maggior grado, e però dice: Distribuendo igualmente la luce; cioè la natura angelica, secondo convenienzia e qualità; sì che al maggior cielo fu maggiore, et al minore minore, o uno o più che ve ne ponesse. Sicchè ogni parte della luce; cioè della natura angelica, splende ad ogni parte de’ cieli, sicchè tutta la natura angelica illumina tutti i cieli, e muove secondo che a’ cieli si conviene, e secondo che piace a Dio, che è primo motore dell’universo, essendo Elli immobile, onde dice santo Agostino: Voluntas Dei est prima et summa causa omnium corporalium et spiritualium motionum: nihil enim visibiliter aut sensibiliter fit, quod non non de illa invisibili et intelligibili aula summa Imperatoris aut permittatur aut iubeatur, secundum ineffabilem iustitiam proemiorum atque poenarum, gratiarum ac retributionum, in ista quadam totius creaturae amplissima atque immensa republica ec.— Similemente alli