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100Noi ricidemo il cerchio all’altra riva1
Sovr’una fonte, che bolle e riversa
Per un fossato, che da lei deriva.
103L’acqua era buia assai vie più che persa;
E noi in compagnia dell'onde bige,
Entramo giù per una via diversa.
106Una palude fa, ch’à nome Stige,
Questo tristo ruscel, quand’è disceso
Al piè delle maligne piaggie grige.2
109Et io, che di mirar mi stava atteso,3
Vidi gente fangose in quel pantano,
Ignude tutte, e con sembiante offeso.4
112Questi si percotean non pur con mano;
Ma con la testa e col petto e co' piedi,
Troncandosi coi denti a brano a brano.
115Lo buon Maestro disse: Figlio, or vedi
L’anime di color, cui vinse l' ira:
Et anco vo’, che tu per certo credi,
118Che sotto l’acqua è gente che sospira,
E fanno pullular quest’acqua al summo,
Come l’occhio ti dice unque s’aggira.5
121Fitti nel limo dicon: Tristi fummo
Nell’aere dolce, che dal Sol s’allegra,
Portando dentro accidioso fummo;
124Or ci attristiam nella belletta negra.
Quest'inno si gorgoglian nella strozza:
Chè dir nol posson con parola integra.