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c a n t o    vii. 197

73Colui, lo cui saper tutto trascende,
     Fece li Cieli, e diè lor chi conduce,
     Sì ch’ogni parte ad ogni parte splende,
76Distribuendo igualmente la luce:
     Similemente alli splendor mondani
     Ordinò general ministra e duce,
79Che permutasse a tempo li ben vani
     Di gente in gente, e d’uno in altro sangue,
     Oltre la difension de’ senni umani:
82Perchè una gente impera, et altra langue,
     Seguendo lo giudicio di costei,
     Che v’è occulto, come in erba l’angue.
85Vostro saver non à contrasto a lei:
     Questa provede, giudica e prosegue
     Suo regno, come il loro li altri Dei.
88Le sue permutazion non ànno triegue:
     Necessità la fa esser veloce,
     Sì spesso vien che vicenda consegue. 1
91Questa è colei, che tanto è posta in croce,
     Pur da color che le dovrien dar lode,
     Dandole biasmo a torto, e mala voce.
94Ma ella se beata, e ciò non ode:2
     Con l’altre prime creature lieta3
     Volge sua spera, e beata si gode.
97Or discendiamo omai a maggior pieta:
     Già ogni stella cade, che saliva
     Quando mi mossi, e il troppo star si vieta.

  1. v. 90. C. M. vicende consegue.
  2. v. 94. Se terza persona singolare del presente indicativo, derivata legittimamente e regolarmente da sere. E.
  3. v. 95. Con l’altre; cioè come l’altre. Nell’accompagnamento si ravvisa la somiglianza, e codesta viene talora indicata dalla particella con. E.