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c a n t o    vii. 195

19Ahi giustizia di Dio! tante chi stipa
     Nuove travaglie e pene, quante io viddi?1
     E perchè nostra colpa sì ne scipa?2
22Come fa l'onda là sovra Cariddi,
     Che si frange con quella, in cui s’intoppa;
     Così convien, che qui la gente riddi.
25Qui vid’io gente più ch’altrove troppa,3
     E d'una parte, e d’altra, con grandi urli,
     Voltavan pesi per forza di poppa.
28Percoteansi incontro, e poscia pur li 4
     Si rivolgea ciascun, voltando a retro,
     Gridando: Perchè tieni, e perchè burli?
31Così tornavan per lo cerchio tetro
     Da ogni mano all'opposito punto,
     Gridandosi anco loro ontoso metro.
34Poi si volgea ciascun, quand’era giunto,
     Per lo suo mezzo cerchio, all'altra giostra.
     Et io, ch’avea lo cor quasi compunto,
37Dissi: Maestro mio, or mi dimostra
     Che gente è questa, e se tutti fur cherci
     Questi chercuti alla sinistra nostra.
40Et elli a me: Tutti quanti fur guerci
     Sì della mente, in la vita primaia,
     Che con misura nullo spendio ferci.
43Assai la voce lor chiaro l’abbaia,
     Quando vengono ai due punti del cerchio,
     Dove colpa contraria li dispaia.

  1. v. 20. C. M. Nuovi tormenti
  2. v. 21. C. M. se ne scipa?
  3. v. 25. Lì vid’io
  4. v. 28. "pur li". Gli antichi ad indicare "in quel luogo" usarono "illi" o "li", derivandoli dall’"illic" latino. E.