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i n f e r n o vi. |
[v. 64-76] |
tore nostro pone la risposta di Ciacco alla sua domanda, profetando e dicendo di quello che dovea venire a’ cittadini di Firenze; e poi la risposta ad una particella della domanda di Dante, quivi: Giusti son due ec.; ultimamente, la cagione della discordia, quivi: Superbia, invidia ec. Dice adunque prima: Et elli; cioè Ciacco, a me; Dante, risponde così alla prima domanda: Dopo lunga tenzione Verranno al sangue; cioè dopo la discordia e dissensione, che dureranno molto tempo, verranno ai fatti; cioè a toccarsi con li ferri, e a spargimento di sangue. e la parte selvaggia. Qui è da sapere che Ciacco, come predicendo, dice che l’una delle due parti ch’erano in Firenze; cioè la parte de’ Bianchi, la quale elli chiama selvaggia, perchè di quella parte erano li Cerchi, li quali erano venuti di contado; cioè del piovier d’Acone1, onde dirà di sotto nel xvi canto della terza cantica: Sariensi i Cerchi nel piever d’Acone. Caccerà l’altra; cioè la parte de’ Neri, della quale erano capi antichi cittadini. con molta offensione; dice, perchè nella cacciata i Neri da’ Bianchi ricevettono molta offensione. Poi appresso convien, che questa caggia; cioè quella de’ Bianchi, In fra tra Soli; cioè in fra tre anni, significando tre anni2 per tre corsi solari, de’ quali ciascuno dura un anno, e che l’altra sormonti; cioè la parte de’ Neri monti su. Con la forza di tal, che testè piaggia. Intende qui con la forza3 di papa Bonifacio VIII il quale regnava in quel tempo che fu questa cacciata de’ Bianchi, e che ne fu cagione; e che testè piaggia; cioè ora si sta di mezzo et indifferente; cioè non dà vista d’essere da l’una parte, nè dall’altra, perchè piaggiare è andare fra la terra e l’alto mare. Così facea il detto papa quando da prima si mossono le dette parti, e poi convocò di Francia Carlo sanzaterra; ma del sangue de’ Reali, mostrando di volere che mettesse pace tra le dette parti; ma affine che cacciasse la parte de’ Bianchi, e favoreggiasse li Neri; e così fece il detto Carlo, che entrato in Firenza cacciò li Bianchi e mise in istato i Neri. E della forza di costui parla ancora l’autore nella cantica di Purgatorio cap. xx ove dice: Tempo vegg’io non molto di po’ ancoi ec. Intende qui l’autore con la forza del re Federigo di Francia; e piaggia intende sta in mezzo, e indifferente dall’una parte e dall’altra, perchè piaggiare è andare fra la terra e l’alto mare. Così lo re Federigo quando prima si mossono le parti, all’una e l’altra favoreggiava; ma poichè Carlo sanzaterra, con volontà dell’una e dell’altra parte intrò in Firenze, cacciò i Bianchi, e mise in istato i Neri; e della forza di costui intende l’autore
- ↑ C. M. del piever d’Acrone,
- ↑ C. M. tre anni; cioè tre corsi solari,
- ↑ C. M. con la forsa del re Federico di Francia; e piaggia intende stato in mezzo,