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i n f e r n o vi. |
[v. 22-33] |
non l'è nuova regola, nè qualità, perchè mai li golosi ostinati non ànno regola, nè qualità altro che quella ch'anno presa di meglio cenare la sera, se ànno ben mangiato la mattina. E ben dice che la terra, che riceve questo, pute, che significa che li uomini che ricevono questa superfluità nelli stomachi, nello stomaco loro putono a sè medesimi et ad ognuno e veramente sopra costoro grida Cerbero, che quanto a quelli del mondo significa il peccato della gola, o vero lo demonio che di ciò à a tentare: imperò che sempre il peccato grida sopra coloro che stanno sommersi in esso, e latra con tre gole canine. Et à le condizioni dette di sopra a significare che questo peccato grida contra tutte le tre parti del mondo; cioè Asia, Affrica, et Europa: imperò che in ogni parte del mondo si trovano golosi1; cioè con golosità di vivande, con golosità di confetti, con golosità di vini; et a lui si convengono le condizioni dette di sopra. E questo basta alla esposizione allegorica. E poi seguita: Urlar li fa la pioggia, come cani; cioè la pioggia che detta è di sopra, fa metter urli a' detti peccatori, come fossono cani; e questo dice per tormento di quelli dell'inferno, fingendo che la pioggia sopraddetta li fragelli, perchè ciascun peccatore nell'inferno sarà tormentato dal vermo della coscienzia del suo peccato; e questi assomiglia alli cani, perchè, come è detto, lo goloso è simile al cane; e per quelli del presente secolo, allegoricamente si può intendere che questa abondante superfluità che viene sopra i golosi, li fa urlare come cani, perchè cagiona in loro gotta, fianchi, et altre infermità che fanno urlare. Dell'un de' lati fanno all'altro schermo. Questo verisimilmente finge de' dannati che venendo sopra loro, che giacciono, la pioggia che li tormenta, per refrigerare l'uno lato volgono l'altro, e però seguita: Volgonsi spesso i miseri profani; cioè miseri stolti per rifrigerarsi. Ogni peccatore è stolto; ma più lo goloso: imperò che in ciò è più simile alle bestie, che in altro peccato. Et allegoricamente di quelli del mondo si può intendere che dell'una infermità fanno scusa all'altra, dicendo quel del fianco, che vuole li vini sottili, e le vivande delicate per lo fianco; e quel delle gotti2, che vuole li cibi delicati, e vini grandi e grossi per le gotti; e così quel dello stomaco si scusa per lo fianco, e quel del fianco per lo stomaco; e così si volgono spesso li miseri stolti di volere in volere, e d'uno appetito in altro.
C. VI - v. 22-33. In questi quattro ternari l'autore nostro pone prima come Cerbero volle impedire lo loro passare, appresso come
- ↑ C. M. golosi, o vero che in tre modi lo ditto peccato occupa li omini golosi; cioè
- ↑ Gotti è plurale di gotte, come carti da carte, lodi da lode, porti da porte ec. E.