49Et elli a me: La tua città ch’è piena
50D’invidia sì, che già trabocca il sacco,1
51Seco mi tenne in la vita serena.
52Voi, cittadini, mi chiamaste Ciacco:
53Per la dannosa colpa della gola,
54Come tu vedi, alla pioggia mi fiacco.
55Et io anima trista non son sola:
56Chè tutte queste a simil pena stanno2
57Per simil colpa; e più non fe parola.
58Io li risposi: Ciacco, il tuo affanno3
59Mi pesa sì, ch’a lagrimar m’invita;
60Ma dimmi, se tu sai, a che verranno
61Li cittadin della Città partita;
62Se alcun v’è giusto; e dimmi la cagione,
63Perchè l’à tanta discordia assalita.
64Et elli a me: Dopo lunga tenzione
65Verranno al sangue, e la parte selvaggia
66Caccerà l’altra con molta offensione.
67Poi appresso convien, che questa caggia
68In fra tre Soli, e che l’altra sormonti
69Con la forza di tal, che testé piaggia.
70Alte terrà lungo tempo le fronti,
71Tenendo l’altra sotto gravi pesi,
72Come che di ciò pianga e che n’adonti.4
73Giusti son due; ma non vi sono intesi:
74Superbia, invidia, et avarizia sono
75Le tre faville, ch’ànno i cuori accesi.
76Qui pose fine al lacrimabil sono.
77Et io a lui: Ancor vo’ che m’insegni,
78E che di più parlar mi facci dono.
- ↑ v. 50. C. M. rimbocca
- ↑ v. 56. C. M. tutti questi
- ↑ v. 58. Io cominciai:
- ↑ v. 72. di ciò pianghi