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[v. 52-69] | c o m m e n t o | 159 |
tori che in quel cerchio si ponivano1, ora pone specialmente nominandone alquanti; e però pone prima la sua domanda, appresso seguita la risposta. Et è qui da notare che l’autor finge che domanda Virgilio sempre di quelle persone, che si trovano appo li autori e fanne risponditore Virgilio; e dell’altre no: però che la sensualità l’à comprese per alcuno de’ sentimenti; in quell’altre à compreso l’intelletto e la ragione per lo leggere.
C. V — v. 52-69. In questi sei ternari lo nostro autore pone la risposta che Virgilio continuò alla sua dimanda, manifestando e nominando singularmente alquanti, e poi riducendosi alla generalità. Dice prima: La prima di color, di cui novelle Tu vuoi saper, mi disse quelli; cioè Virgilio, allotta, Fu imperadrice di molte favelle; cioè signoreggiò genti di diverse lingue. A vizio di lussuria fu sì rotta; cioè corrotta inchinandosi a essa, Che libito fe licito; cioè ogni volontà e piacere2 licenziò, in sua legge; cioè che fece legge, che ognuno si potesse congiugnere, per vincolo matrimoniale, con chiunque volesse, non facendo veruna eccezione. Per torre il biasimo in che era condotta; cioè per levare biasimo a sè, ch’avea fatto contra l’usanza delle genti sue, come appare nella istoria. Ella è Semiramis3, di cui si legge. Dice Virgilio quella, di che io parlo ch’ebbe così nome. Che succedette a Nino; nel regno, et anche in combattere et acquistare, e fu sua sposa; cioè moglie: Tenne la terra, che il Soldan corregge; cioè Babilonia. Sopra questo è da vedere la storia. Dice Paulo Orosio nel primo libro, che innanzi alla edificazione di Roma per mcccc anni, Nino re delli Assiri incominciò prima ad infestare le parti vicine per signoreggiare, e movendosi del Mare Rosso andò infino nella Scizia infestando tutte quelle gente e avvezzolli ad effusione di sangue, et a crudeltà, che prima si viveano umanamente de’ lavori della terra e di bestiame, e cinquanta anni non fe altro che combattere, et uccise il re Zoroastro de’ Battriani; cioè de’ Persi che fu trovatore dell’arte maica4; all’ultimo fu morto elli, quando racquistava la città che se gli era rebellata, per uno colpo d’una saetta. Dopo lui succedette Semiramis
- ↑ Il Cod. M. legge — punivano — donde si vede come presso degli antichi era usitato lo scambio delle due vocali u ed o. Il medesimo troviamo avverato negli scrittori del Lazio, secondo Varrone e Quintiliano. E.
- ↑ C. M. piacere licito: — forse licitò in senso di far licito. E.
- ↑ Semiramis. Presso gli antichi i nomi propri latini s’incontrano spesso tali quali vengono dati dalla lingua madre. Così abbiamo Cato, Venus e simili. E.
- ↑ C. M. dell’arte magica. Noi abbiamo lasciato maica, siccome legge il nostro codice: perocchè non è nuova la fognatura anche del g nei padri nostri e nella parlatura dei Toscani. Nel Canto xxvii dell’Inferno trovasi anche loico. Così dicesi reina e simiglianti. E.