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[v. 130-144] | c o m m e n t o | 137 |
Catone da quindi innanzi vivere sanza atti carnali; ma poi morto Ortensio, e Marzia avendo avuti figliuoli d’Ortensio, si ritornò ancora a Catone primo marito, non che poi vi fosse più mistura di matrimonio, come testifica Lucano. e Corniglia. Due furono Corniglie, famosissime donne nella città di Roma; l’una fu figliuola del primo Scipione, e moglie di Gracco, la quale onestissima addomandata da una parente ov’erano le gioie sue e li suoi adornamenti, imperò che onestissima non ne voleva, disse: Aspettate che ve li mostrerò adesso; e tornati li figliuoli in casa dalla scuola, disse: Queste sono le mie gioie, et adornamenti. L’altra Cornelia fu figliuola di Metello, e moglie prima di Marco Crasso, e poi di Pompeo Magno, poi che fu morta Giulia, e poi che Marco Crasso morì appo li Parti. E solo in parte vidi il Saladino. Questo Saladino fu soldano di Babilonia, e fu nel suo tempo uomo savissimo, del quale si contono molte belle istorie; ma perchè non le ò autentiche, non le scrivo. Tanto è da dirne che essendo di vile nazione: imperò che quello uficio del Soldano non si dà per nazione, o vero origine; ma per nuovo modo, per elezione del popolo, usando la virtù che usò, e sì in giustizia, e sì in cortesia, all’autore parve degno di farne menzione in questo luogo; e perchè di sua condizione non era più veruno, per ciò parve che dicesse: E solo in parte ec.
C. IV - v. 130-144. In questi cinque ternari, poi che l’autore à contati coloro che furono pratichi nelle virtù morali, e nelli esercizi corporali, ora fa menzione di coloro che furono oziosi1; cioè studiosi et operaronsi nello esercizio dello ingegno; cioè nelle scienzie. E perchè questo è maggior grado, però li pone più in alto, dicendo: Poi che innalzai un poco più le ciglia; cioè poi che levai un poco più in alto li occhi, Vidi il maestro di color che sanno; cioè Aristotile, Seder tra filosofica famiglia. Però che avea intorno molti filosofi, dice di color che sanno: imperò che li filosofi primamente furono chiamati savi; ma Pittagora trovò lo nome del filosofo: imperò che addomandato s’elli era savio, disse ch’era amator di sapienzia, che tanto viene a dire filosofo. E dice che Aristotile era maestro di coloro, che sanno: però che comunemente si dice Princeps Philosophorum. E fu Aristotile d’una città di Grecia che si chiamò Elide, e fu discepolo di Platone, trovatore, vivente Platone ancora, della setta de’ peripatetici. Li quali andanti ora alli stoici, ora alli epicuri, disputavano del sommo bene, e dicevano che l’anima in parte era immortale; ma per la maggior parte mortale, e che il mondo non avea avuto principio, e non dovea aver fine, et altre cose che sono
- ↑ Ozioso anche presso i Latini veniva adoperato in questo senso ed è da aggiugnere al nostro vocabolario. E.