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virgulti, e d’arbori, dice: Io dico la selva di spiriti spessi: imperò che quelli spiriti stavano fermi come si fossono virgulti, et erano spessi come sono le piante e li arbori nelle selve; e per questo mostra la moltitudine esser grande. Convenientemente finge l’autore che questi spiriti stessono come li sterpi nella selva, perchè questi così fatti ànno saputo pure le cose della terra, e non quelle di Dio, e così allegoricamente si può dire che sieno quelli, che sono nel mondo in così fatto stato, perchè sanno pur le cose della terra; ma del cielo niente, e però in essa stanno fermi. E nota che l’autore divide quelli del limbo in due specie, ponendo coloro che ànno avuto fama onorevole nel mondo di per sè, da quelli che non l’ànno avuta, e però divide il primo cerchio in due mansioni: però che prima pone una selva per tutto il cerchio, et in essa pone quelli che sono stati sanza fama; e poi pone uno castello in questa selva, alto e separato dalla selva et in esso pone l’infedeli e non battezzati, che ànno avuto onorevole fama nel mondo, e di questi tratta nella seguente lezione: de’ primi che sono stati sanza fama, che pone nella seconda selva, non nomina alcuno; di quelli del castello nominerà assai nella seguente lezione. Seguita la seconda lezione.
     Non era lunga ec. In questa seconda parte della prima divisione che contiene la seconda lezione, l’autor pone ovvero finge, come trovò dopo la detta selva, in questo primo cerchio, uno nobile castello, ove pone di per sè quelli che sono stati infedeli e non battezzati; ma ànno avuto onorevole fama nel mondo, e dividesi questa lezione in otto parti: imperò che prima pone come vide uno fuoco, e lo luogo più onorevole ch’è quel della selva predetta, benchè fosse nel primo cerchio; e come di ciò dimanda Virgilio. Nella seconda pone la risposta di Virgilio, e quello che Dante udì, quivi: Et elli a me ec. Nella terza pone come Virgilio lo dichiara dell’avvenimento di quelli che venivano in verso loro, ove comincia a nominare, qui: Lo buon Maestro. Nella quarta pone come giunsono al castello, quivi: Da ch’ebber ragionato ec. Nella quinta pone come era fatto descrivendo quello castello, quivi: Questo passammo ec. Nella sesta nomina l’autore alquanti valenti uomini stati nell’atto dell’arme, e famosi che conobbe nel castello, quivi: Io vidi Elettra ec. Nella settima pone come vide alquanti famosi nelle scienzie, e quelli nomina, quivi: Poi che innalzai ec. Nell’ottava et ultima pone la sua escusazione e il processo più oltre, quivi: Io non posso ec. Divisa la lezione è da vedere la sentenzia litterale.
     Dice l’autore che mentre che passavano la selva detta di sopra, non essendo molto di lungi dall’altezza d’onde si scende nel primo cerchio, elli vide uno fuoco il quale era attorniato da tenebre dal lato, e di sopra: e da questo fuoco era elli e Virgilio ancora