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d’autunno ec. Nella quinta pone come Virgilio li dichiara chi sono quelli che passono1 a lo fiume, e perchè Caron non à voluto passar lui, e comincia quivi: Figliuolo mio, disse ec. Nella sesta et ultima parte pone un nuovo accidente che avvenne di tremuoto, baleno e vento, e come cadde in terra addormentato, e comincia qui: Finito questo ec. Divisa la lezione è da vedere, secondo l’ordine usato, la sentenzia litterale la quale è questa.
     Dice l’autore che attraversando il primo giro dentro della porta dello inferno di qua dal fiume Acheron, andando per diritto, oltre ov’elli avea veduti i miseri cattivi, de’ quali fu detto di sopra, ragguardando più oltre vide una gente alla riva d’uno gran fiume, per ch’elli pregò Virgilio che li concedesse ch’elli sapesse che gente era quella, e qual costume le facea sì pronte di trapassare lo fiume. E Virgilio allora rispose che li sarebbe manifesto ciò che volea sapere, quando si fermeranno in su la riva del fiume. Allora Dante vergognoso, con li occhi bassi temendo che il parlar suo fosse grave a Virgilio, si ritrasse dal parlare infino al fiume; e quando furono al fiume vide venire in verso loro in su una nave uno vecchio canuto, che gridava: Guai a voi, anime rie. Non sperate mai di vedere lo cielo: chè io vengo per menarvi all’altra riva nelle tenebre eterne in caldo et in gielo, e verso Dante parlando disse: E tu, che se’ costì anima viva, Partiti da cotesti, che son morti. E poi che vide che Dante non si partia, disse: Per altre vie e per altri porti verrai a piaggia per passare; ma non qui: chè convien che ti porti più lieve legno che questo. Allora Virgilio lo chiamò per nome dicendo: Caron, non ti crucciare che questi passi questo fiume: vuolsi così in cielo, ove si può ciò che si vuole, e non voler sapere più. Allora Caron stette cheto, e quell’anime sgridate prima da lui, stanche e nude, cambiarono colore e cominciarono a tremare, poi che intesono le dure parole di Caron, e cominciarono a bestemmiare Idio et i lor parenti, e tutta l’umana specie et il tempo e il luogo e il seme loro, e poi si raggiunsono a quella malvagia ripa, ove va ciascuno che non teme Idio. Allora Caron con li occhi infiammati, accennandole le raccoglie tutte nella nave, e batte col remo qualunque penava ad andare. E come d’autunno caggiono le foglie delli arbori alla terra, infino che gli arbori tutti si spogliano; così tutte quelle anime ad una ad una passano dalla riva in su la nave, e navicano per lo fiume Acheron; et innanzi che discendessono di là, di qua si ragunava ancora nuova schiera. E dopo questo dice che Virgilio li parlò, dicendo:

  1. Passono, ora passano. Tale terminazione si rinviene presso gli antichi tra per una certa uniformità di cadenza e per imitazione de’ Romani.  E.