Pagina:Commedia - Inferno (Buti).djvu/125


c a n t o    iii 81

106Poi si ritrasser tutte quante insieme,
     Forte piangendo, alla riva malvagia,
     Ch’attende ciascun uom, che Dio non teme.
109Caron demonio, con occhi di bragia,
     Loro accennando, tutte le raccoglie:
     Batte col remo qualunque s’adagia.
112Come d’autunno si levan le foglie,
     L’una appresso dell’altra, infin che ’l ramo
     Vede alla terra tutte le sue spoglie;
115Similemente il mal seme d’Adamo:
     Gittansi di quel lito ad una ad una,
     Per cenni, come augel per suo richiamo.
118Così sen vanno su per l’onda bruna,
     Et avanti che sien di là discese,
     Anco di qua nuova schiera s’aduna.
121Figliuol mio, disse il Maestro cortese,
     Quelli che muoion nell’ira di Dio,
     Tutti convegnon qui d’ogni paese,
124E pronti sono a trapassar lo rio:
     Chè la Divina Giustizia li sprona,
     Sì che la tema si volve in disio.
127Quinci non passa mai anima buona:
     E però se Caron di te si lagna,
     Ben puoi saper omai che il suo dir suona.
130Finito questo, la buia campagna
     Tremò sì forte, che dello spavento
     La mente di sudor ancor mi bagna.
133La terra lagrimosa diede vento,
     Che balenò una luce vermiglia,
     La qual mi vinse ciascun sentimento;
136E caddi, come l’uom, cui sonno piglia.


Inf. T. I. 6