74 |
i n f e r n o ii. |
[v. 94-114] |
Disse: Beatrice, loda di Dio vera; Lucia parlando a Beatrice la chiama vera loda di Dio: imperò che la santa Teologia con la grazia cooperante, e consumante accompagnata sempre, loda Idio veramente e non fintamente, ovvero nell’esercizio della attività, ovvero nel riposo della contemplazione. Che non soccorri quei, che t’amò tanto? Ecco ch’ella muove a soccorrere Dante, che amò tanto la santa Teologia, che per quella abbandonò tutte le cose mondane, e li studi mondani, e diessi alli studi, et all’opere della santa Teologia, e perciò seguita: Ch’uscì per te della volgare schiera; cioè della schiera delli uomini volgari del mondo? Non odi tu la pieta del suo pianto? Per questo mostra che Dante avesse avuta la grazia preveniente, in quanto mostra che piagnesse per li suoi peccati et errori. Non vedi tu la morte, che il combatte; cioè la lussuria, superbia, et avarizia, significati per li tre animali i quali sono morte spirituale; che combatteano Dante volente montare al monte delle virtù, illuminato dalla grazia illuminante? E notantemente dice nel primo non odi, e nel secondo non vedi: imperò che la contrizione del cuore conviene che scoppi della propria bocca, e per la voce si dimostri, la quale si riceve per l’udito; ma l’attività virtuosa si dimostra con l’opere che si comprendono per lo vedere. Su la fiumana pone il luogo ov’è questo combattimento; cioè nella piaggia, sopra la fiumana, è il mondo1 misero, pieno di fatiche, di tempesta, e di paure, non meno che il mare; e però aggiugne ove il mar non à vanto; cioè non à vantaggio. Questa che ora chiama fiumana, di sopra chiamò selva, e convengonsi questi nomi al mondo, come è mostrato di sopra, e finge che tra la selva e il monte fosse in mezzo una piaggia. Questa piaggia è lo stato ch’è mezzo tra li vizi e le virtù: quando l’uomo è uscito de’ vizi, innanzi che saglia alle virtù, si dice essere nella piaggia; et è da notare che questo mondo, che è come una fiumana, fiumana è più che fiume; cioè allagazione di molte acque, sospigne chiunque entra in esso; cioè ogni uomo che ci nasce, o è nella selva de’ vizi, e de’ peccati, o è nella piaggia ove si piglia lo salimento al monte delle virtù, et in questo stato era Dante uscito già della selva. Seguita Beatrice: Al mondo non fur mai persone ratte, A far lo pro, o a fuggir lor danno, Come io, dopo cotai parole fatte. Per questa comparazione dimostra come la grazia cooperante soccorre tosto a chi la vuole e domandala. Venni qua giù del mio beato scanno; cioè io Beatrice discesi qua giù a te Virgilio della mia beata sedia di paradiso. Ogni grazia viene di lassù, et in cielo essenzialmente abita e sta, benchè nelli uomini adoperi. Fidandomi del tuo parlare onesto; cioè del tuo parlare, Virgilio, il quale è onesto; cioè pieno d’onestà e di virtù. Ch’onora te,
- ↑ C. M. sopra la fiumara, questa fiumara è lo mondo.