[v. 10-36] |
c o m m e n t o |
63 |
altr. stabilito, e fu stabilito s’intende per la figura che usano li grammatici che si chiama zeuma, per lo loco santo ec., come di sopra. E s’altre dicesse che per zeuma si dovrebbe dire fu stabilito, perchè l’accidente1 si dee rendere al più presso suggetto, debbasi rispondere che è vero secondo li grammatici moderni; ma secondo li antichi, si rendea ancora al primo, siccome dicendo: Piero, e Berta è bianco, e qui m’abbino escusato li volgari, se non intendono: chè io non mi posso far meglio da loro intendere. Et aggiugne perchè fosse utile l’andata d’Enea all’inferno dicendo: Per questa andata, onde; cioè della quale, li dai tu; cioè Virgilio, vanto; cioè della quale tu lo lodi, Intese; Enea dal suo padre Anchise, cose, che furon cagione Di sua vittoria; cioè della costituzione dell’imperio del quale elli fu cagione con le sue vittorie, e del papale ammanto; cioè del papato, lo quale fu costituito in Roma per l’imperadori secondo che piacque a Dio, a ciò che quella città ch’era capo del temporale, fosse ancora capo dello spirituale. Dicesi l’ammanto papale, l’ammanto di san Piero, del quale s’ammanta ogni papa quando si pone in cattedra primamente. Aggiugne poi di san Paolo, dicendo: Andovvi poi; cioè al secolo immortale; cioè al paradiso, et all’inferno, per quel modo che fu detto di sopra, o vogliamo pur dire ad immortale secolo; cioè paradiso, secondo che toccato fu questo punto di sopra, lo Vaso d’elezione; cioè san Paolo, del quale disse Dio: Vas electionis vocabitur; cioè sarà chiamato Vaso d’elezione; cioè vasello eletto: imperò ch’elli fu eletto da Dio. Trovasi in uno libro, che non è approvato, che san Paolo andasse all’inferno, e per questo ne fa qui menzione l’autor nostro; ma ch’elli fosse ratto insino al terzo cielo ne rende testimonio elli nelle sue Epistole, et in quello ratto forse l’autore intese che li fosse mostrato la giustizia di Dio punitiva, come la premiativa, et in questo modo intende che andasse allo inferno, com’è detto di sopra, e questo è megliore intendimento. Per recarne conforto a quella fede; cioè cristiana. Molto si conforta la fede quando s’approva che sia lo paradiso premiazione de’ buoni uomini, e l’inferno punitore de’ mali. Che è principio alla via di salvazione. Ben dice che la fede è principio: imperò che sanza la fede nessuno può piacere a Dio, e benchè sia principio non salva però l’uomo: però che la fede sanza l’opere è morta. Ma io, ec. Qui conchiude lo nostro autore che, benchè v’andasse Enea menato da Sibilla, san Paolo ratto per lo modo che detto è per grandi effetti2 che ne doveano seguire per le loro andate. Ma io; cioè Dante, perchè venirvi; allo inferno, o chi ’l concede? Si dee intendere a me: imperò che al-
- ↑ C. M. antecedente.
- ↑ C. M. per grandi effetti fusse che.