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c a n t o ii. | 57 |
139Or va, ch’un sol volere è d’amendue:
Tu duca, tu signore, e tu maestro.
Così li dissi; e poi che mosso fue,
142Entrai per lo cammino alto e silvestro.
C O M M E N T O
Lo giorno se n’andava, e l’aer bruno. In questo secondo canto lo nostro autore pone la invocazione sua conveniente a questa opera, e lo combattimento ch’ebbe di seguire o no, poi ch’ebbe incominciato, e due cose fa principalmente: però che prima pone quello che è detto; nella seconda dichiara alcun dubbio, e pone la sua ultima deliberazione quivi: O donna di virtù sola, per cui ec. Questa prima che è della prima lezione, à cinque parti: imperò che prima l’autore descrive il tempo e pone la sua invocazione; nella seconda si mostra dubbioso di cominciare, quivi: Io cominciai ec.; nella terza pone una similitudine, quivi: E quale ec.; nella quarta pone la risposta di Virgilio confortativa, quivi: Se io ò ben la tua parola ec.; nella quinta recita la diceria che li fece che il mosse, quivi: O anima cortese ec. Divisa adunque la lezione è da vedere la sentenzia litterale.
Dice adunque così: Quando Virgilio si mosse et io lo cominciai a seguire, Lo giorno se n’andava, e l’aer bruno, perchè se facea sera, toglieva li animali che sono in terra dalle lor fatiche, et io solo m’apparecchiava a sostenere lo combattimento e sì del cammino, e sì della pietade che scriverà la mente che non erra. Et aggiugne la invocazione, dicendo: O Muse, o alto ingegno, or m’aiutate: O mente che scrivesti ciò ch’io vidi, Qui si parrà la tua nobilitate. E fatta la invocazione pone la dubitanza che li sopravvenne, dicendo: Io cominciai: Poeta, che mi guidi, Guarda la mia virtù, s’ella è possente, Prima ch’all’alto passo tu mi fidi. Tu, dici, che il padre di Silvio; cioè Enea, ancora uomo corruttibile andò al seculo immortale corporalmente; cioè all’inferno: però se l’avversario d’ogni male; cioè Idio fu cortese a lui pensando l’alto effetto che dovea uscire di lui, non pare cosa non degna ad uomo d’intelletto: però ch’elli fu eletto nel cielo empireo padre della santa Roma e del suo imperio, la qual Roma, volendo dire la verità, fu fermata nel quale imperio, a ciò che quivi fosse la sedia della santa Chiesa ove siede il successore del maggior Piero; cioè di Piero apostolo che