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centinaja di maschere; stipate di gente le finestre, i palchi, le ringhiere; si lanciano quivi e colà migliaja di mazzetti di fiori, col pessimo costume di tirare in viso confetti di gesso. Alle 5 pomeridiane evvi Carriera di cavalli, usata fin dal 1465, accordata da PAOLO II; e l’ultimo dì dopo la Carriera istessa si mira tutto il Corso illuminato da milioni di Moccoletti, che si spengono, si riaccendono, si derubano fra il più allegro baccano, che assorda, e piace. — Nel decorso dell’anno poi eseguisconsi Tombole ora in Piazza Navona, che si allaga in Agosto, ora al Popolo, ora nella Villa Borghese, oltre che capitano ogni tanto nella Capitale cose nuove a vedersi, e di gradevole diletto.

FONTANE PRIMARIE

Il Forestiere scorge sublimi oggetti d’arte ovunque volge lo sguardo in Roma, ed ammira sorpreso le sue superbe Fontane di acqua copiosissima che ne formano la meraviglia. L’idraulica, la scoltura, l’architettura si posero in bella emulazione per adornarle. I più alti colli di Roma, come le interposte valli hanno fonti in abbondanza, e ogni piazza, ogni contrada, ogni giardino, e pure quasi ogni casa, e tutte di acqua squisita, che poscia si scarica nel Tevere mercè sotterranei canali. Più di 175 sono quelle pubbliche, in tutte oltre 660. La più bella, anzi unica al mondo è quella di Trevi, assai meravigliosa che costituisce la facciata laterale del grande palazzo dei Duchi di Poli, oggi del Principe di Piombino. Vi si mira, scolpita in marmo bianco dal Bracci, la colossale statua dell’Oceano su di un cocchio di conchiglie guidato da’ Tritoni e Najadi assisi sù cavalli marini. Nelle laterali nicchie si vedono le statue dell’Abbondanza e della Salubrità. L’aqua Vergine saluberrirna, zampilla da tutte le parti dello scoglio, e forma sotto un laghetto, per ove si discende mercè gradini di bianco marmo. — Fra le 3 superbe Fontane di Piazza Navona, quella ad Ostro è bellissima del vecchio Tritone